Chi sono i veri eredi del Risorgimento e della Resistenza ?
La domanda lascia perplessi; si fa fatica infatti a credere che ancora oggi possano esistere soggetti in grado di esprimere una continuità culturale con gli uomini e le donne che nel passato si sono impegnati, anche a costo della vita, per la costruzione di una Patria comune, libera, democratica e civile.
La decadenza del sistema Paese, che ogni giorno ci appare sempre più evidente – crisi economica a parte – potrebbe naturalmente confermare l’assenza di una continuità generazionale fondata su quei valori che hanno fatto grande il nostro Paese, pur se per brevi periodi storici. In realtà non è proprio così. Se proviamo a focalizzare la nostra attenzione sui comportamenti di alcune persone, che sicuramente abbiamo incontrato una o più volte sul nostro cammino, ma che, o per superficialità o per pigrizia abbiamo colpevolmente trascurato, allora forse potremmo sostituire la nostra delusione del presente con una realtà potenzialmente confortante.
Ci sono infatti in Italia uomini e donne che credono ancora nello Stato Repubblicano e che dimostrano con i fatti, e non a parole, la loro resistente volontà di migliorare sé stessi e gli altri per una comune finalità: il progresso del nostro popolo. Queste persone sono distribuite su tutto il territorio nazionale, da sud a nord; le troviamo sia nel pubblico che nel privato, e appartengono a tutte le classi sociali. Costoro si fanno carico delle inefficienze degli altri, delle carenze strutturali, dell’improvvisazione e dell’ignavia, ormai divenute prassi quotidiana, operando con efficienza, ma subendo l’arroganza dei somari e dei corrotti. Lavorano nell’ombra, senza giornalisti al seguito, senza clamore. Il loro impegno può salvare la dignità di un Paese che sta perdendo faccia e identità.
E poi ci sono i volontari che aiutano la comunità a uscire dal buio dell’egoismo: sono uomini e donne che vanno “controcorrente”, perché la corrente dominante sfocia nel celato disprezzo verso le classi più umili, verso i diseredati, verso gli ultimi.
Aiutiamo, incoraggiamo e diffondiamo i buoni esempi di questi seminatori, veri Italiani d’oggi.
Il Risorgimento e la Resistenza ci hanno lasciato una grande eredità spirituale, fondata sui valori del progresso civile, della crescita solidale e della giustizia sociale. E’ nostro dovere coltivare questi beni preziosi nella scuola e nel mondo del lavoro, per estenderli a tutta la società civile. Abbassare la guardia ora, equivarrebbe ad arrendersi a quei poteri che una volta erano interessati a dividere il territorio e il popolo italiano in piccoli Stati (Divide et Impera), oggi a frantumare la coesione economica, civile e sociale del nostro Paese.
P.M.