Eccoci ancora qui (Paolo Macoratti, Monica Simmons, Carlo Felici, Antonio Iadevaia, Stefano Dini, Alexej Santagati), in tempi difficili e oscuri, a rinnovare la nostra vicinanza ai martiri del Risorgimento, a riconfermare ideali che non possono tramontare per effetto di un sistema che ha perso il senso dell’orientamento ma che continua a cercare disperatamente la forza per rialzarsi e costruire il futuro. Una generazione, quella del 1849, sacrificata sull’altare della Patria e unita in un unico pensiero, in quel “principio d’amore” che Mazzini aveva trasferito nei giovani come Mameli, quando cercava di dare una definizione al concetto di Repubblica, o a quello di Patria, e asseriva che il Voto, l’Educazione e il Lavoro sono le tre colonne fondamentali della Nazione.
Una generazione, la nostra, che deve ricostruire quel principio d’amore, la Patria, l’Educazione, il Lavoro e la socialità, lo stare insieme senza timori, senza la paura di toccare o abbracciare un fratello, un amico, un semplice conoscente. Così concludeva Mazzini: “Non abbiate posa finché (queste tre colonne) non siano per opera vostra solidamente innalzate”. Questo è e sarà sempre anche il nostro dovere.