Articolo di Leandro Mais
Quest’anno ricorre il 155° anniversario delle due battaglie di Monterotondo e Mentana.
E’ noto a tutti che nella memorialistica garibaldina (sia quella coeva, sia degli scrittori moderni) le operazioni che portarono alla disfatta di Mentana sono tutte praticamente abbastanza concordanti. Una cosa invece che non fu mai scritta, perché ordinata verbalmente da Garibaldi, fu quella di cancellare dalla memoria storica dei fatti (quasi una damnatio memoriae) l’operato, in quella Campagna, del Ten. Coll. Natale Paggi (uno dei Legionari dell’Uruguay e quindi uno dei fedelissimi venuti dall’America).
Da quanto sopra detto si può capire perché solo dopo ben 43 anni (1910) appaiono le memorie del garibaldino Alfonso Mandelli di Cremona che all’epoca dei fatti aveva 17 anni. Queste memorie ci descrivono che la Colonna garibaldina comandata dal Ten. Col. Natale Paggi si trovava la notte del 2 novembre 1867 sulle alture del Monte Porcio e Monte Lupari, dominanti buona parte della via Nomentana. Mentre i garibaldini erano fermi al coperto di una boscaglia poterono vedere l’arrivo di un forte Corpo di Zuavi nella sottostante valle, marciante verso Mentana. Il Mandelli afferma che il Comandante Paggi, anziché comandare un attacco di sorpresa sui pontifici, ordinò di non intervenire. Non c’è bisogno di essere grandi strateghi dell’arte militare per capire che in quel momento, anche se in numero inferiore, i garibaldini avessero dalla loro parte l’effetto sorpresa.
Nelle ultime ricerche sulla vita del Paggi nel libro di Angelo Daneri di Lavagna “Natale Paggi – Il garibaldino ritrovato” – 2009 - veniamo a sapere che il Paggi emigrò in Argentina, dove morì.
Ciò premesso riporto lo scritto delle memorie del Mondelli che riguardano l’episodio (pag. 70/75)