Articoli marcati con tag ‘Andrés Aguyar’
di Paolo Macoratti
E’ curioso come l’attualità di avvenimenti di cronaca, come la tragica morte dell’uomo di colore George Floyd, avvenuta a Minneapolis, nello Stato del Minnesota (USA) il 25 maggio 2020 ad opera di alcuni poliziotti assassini, e le conseguenti proteste, violenze e nuove uccisioni, peraltro non ancora esauritesi, possa dare lo spunto a talune persone, rispettose della storia risorgimentale del nostro Paese, di intraprendere una iniziativa che porti alla pubblica attenzione il nome di un altro uomo di colore caduto a Roma il 30 Giugno 1849, nell’intento di difendere la Repubblica Romana dall’assalto dell’esercito francese: Andrés Aguyar.
Per George Floyd, per la crudele morte subìta, resa ancor più tragica dalle immagini pubblicate sulla rete, si è scatenata l’indignazione di mezzo mondo, ma anche una serie di azioni contro monumenti e statue di uomini del passato finalizzate a mantenere alta l’attenzione dei media sull’irrisolto problema del razzismo, piaga mai sanata completamente. Uno di questi movimenti internazionali è il Black Lives Matter.
Ed ecco qui la mossa audace e “garibaldina” di Matteo Manenti, da sempre impegnato nella difesa dei valori fondanti la nostra Costituzione repubblicana e attivo per il bene della comunità e l’assistenza ai più deboli: coinvolgere il movimento romano dei Black Lives Matter nella “costruzione” di una statua e non nel suo abbattimento! Quale migliore occasione per proporre al Comune di Roma di dedicare ad Andrés Aguyar, unico garibaldino di colore (l’altro si chiamava Costa, scomparso in Uruguay) un’”ERMA” al Gianicolo? Da qui la petizione per la raccolta firme alla Sindaca Raggi (da cliccare a fine articolo).
Chi era dunque Andrés Aguyar? Era stato fedele compagno e devoto di Garibaldi e Anita in Montevideo, seguendoli nei loro viaggi e nelle loro battaglie, insieme alla Legione Italiana. Era tanto entusiasta degli Italiani che non volle abbandonarli alla loro partenza per l’Europa nel 1848. Racconta Giuseppe Garibaldi:” Andrés Aguyar era una di quelle paste d’uomini che natura formò per essere amati. Tranquillo, buono, freddo al pericolo, era prevenente per tutti coloro che sapevano destare la sua simpatia. Il suo colore era il puro nero ebano, senza miscuglio; colore che vale il biondo ed il bruno delle diverse razze europee. Aguyar era di forme atletiche e perfetto cavaliere (non di quei ridicoli cavalieri, di cui son sempre piene le quarte colonne dei giornali ufficiali e che non si sa per che diavolo siano stati creati cavalieri,) ma cavaliere nel vero senso della parola, cioè di coloro che, quando inforcano un cavallo, v’innamorano per la leggiadria ed il garbo con cui si lanciano e si posano in sella. Egli era nero, ma non africano; nato nella campagna di Montevideo da genitori africani, possedeva la vetustà delle forme caratteristiche del creolo. Destinato sin dall’infanzia a domare i cavalli nella estancia del general Aguyar – di cui i parenti del nostro nero erano schiavi, poi liberati dall’avvenimento della Repubblica – ,egli aveva passato tutta l’attiva sua gioventù in quell’arduo e marziale maneggio. Domatore di cavalli, non era strano ch’egli fosse perfetto cavaliere. E chi ha percorso l’America meridionale ricorderà che gran parte dei domatori appartengono alla razza nera, certo indebitamente per tanto tempo disprezzata e manomessa”. (Brano tratto da “La vita di Giuseppe Garibaldi – Gustavo Sacerdote Milano 1933)
VIDEO andresaguyar.mp4
PETIZIONE https://tinyurl.com/ydyrmdlv