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Roma – Gianicolo
Le celebrazioni ufficiali, fredde nel rispetto del cerimoniale, sono state lo specchio di un popolo “diseducato” alla democrazia e alla memoria. Siamo consapevoli che l’Italiano deve ancora essere costruito dalle fondamenta; è un problema di responsabilità collettiva che investe il comune cittadino e tutte le Istituzioni.
Alcune celebrazioni sono state, per contro, intense e ricche di sana partecipazione. In queste nicchie si è respirata aria pulita, aria repubblicana e popolare, ove i simboli, i canti, i giovani e le famiglie hanno dato senso e colore alla festa e soprattutto incoraggiato tutti ad avere ancora un briciolo di speranza per il futuro. In una di queste siamo stati gentilmente coinvolti.
Riportiamo pertanto una sintesi dell’intervento della nostra Associazione in occasione dell’incontro avvenuto a Roma, nell’atrio del teatro “Il Vascello” di Piazza Rosolino Pilo, organizzato da Licia Perelli, presidente del Comitato di quartiere Monteverde Quattro Venti
L’associazione Garibaldini per l’Italia vive questo 150° anniversario con profondo disagio; ci mettiamo infatti nei panni di tutti quei patrioti che, come ricordiamo nel volantino distribuito, avevano in mente un sogno: quello di una repubblica fondata sulla liberta’, sulla giustizia, sul progresso, sulla solidarieta’; sogni infranti di coloro che parteciparono alla repubblica romana del 1849 e alla spedizione dei mille; sogni infranti di Pisacane, dei fratelli Bandiera, dell’Aspromonte, di Mentana, di Navarons (Friuli)
Oggi siamo molto lontani da quel sogno e allora, con il nostro disagio, ci rendiamo interpreti del loro “intenso dolore”, perche’ l’italia che sognavano non e’ mai nata e, di conseguenza, neanche la maggior parte degli italiani e’ stata “formata” alle nuove idee del Risorgimento.
E’ nata infatti l’italia di Cavour e di Vittorio Emanuele II, dei suoi successori e del fascismo; e abbiamo dovuto aspettare la guerra di liberazione per ritrovare, con il referendum, la Repubblica.
Nel frattempo, su quali basi si e’ formata la maggioranza degli italiani? Non certo sugli scritti di Mazzini e sull’esempio di Garibaldi; Mazzini nel 1870, l’anno della presa di Roma, 9 anni dal 17 marzo 1861, fu messo in carcere a Gaeta e poi esiliato, e Garibaldi osservato a vista a Caprera ; Mazzini, come sappiamo, morira’ a Pisa il 10 Marzo 1872 sotto falso nome. Gli Italiani si sono dunque formati su altre basi e occorre studiare bene la storia per capirlo; altrimenti non si puo’ comprendere il degrado politico e sociale in cui siamo immersi oggi – A questo proposito consiglio la lettura del libro di Ermanno Rea “la fabbrica dell’obbedienza – il lato oscuro e complice degli Italiani”, che fornisce un ottimo contributo per comprendere meglio il nostro DNA culturale.
In realta’ oggi dovremmo festeggiare i due momenti fondamentali nei quali possiamo riconoscerci come cittadini repubblicani: ovvero l’esperienza della Repubblica Romana del 1849 e quella della spedizione dei Mille del 1860. Siamo in piazza Rosolino Pilo, patriota siciliano, mazziniano, pedina importante per l’esito positivo della spedizione dei mille perche’, come sapete, organizzo’ insieme a Giovanni Corrao i picciotti che si unirono a Garibaldi e senza i quali, probabilmente, l’esito dell’impresa sarebbe stato diverso…….; Questi sono uomini da ricordare!!!
Dovremmo festeggiare la Repubblica Romana del 1849, non solo perche’ alla sua Costituzione si e’ ispirata quella attuale del 1946 – , come potete constatare all’nterno del pieghevole distribuito, ma anche perche’ l’idea di un’Italia unita e repubblicana e’ nata a Roma. Giovani provenienti da molte regioni, ovvero Stati, avevano creato il Comitato dei Circoli Italiani , proposto dal comitato toscano, cui avevano aderito : il circolo popolare romano capeggiato da Angelo Brunetti, Goffredo Mameli per Genova e gli esponenti dei circoli napoletani, umbri, romagnoli e lombardi. Tutti insieme avevano firmato un “manifesto agli elettori” in cui sostenevano una tesi semplice: ai deputati eletti a suffragio universale nell’assemblea romana doveva contemporaneamente essere affidato il mandato di rappresentare lo stato alla costituente italiana . L’appello terminava cosi’: non resta che riunire la tradizione unitaria e la municipale… da cio’ risulta un’unita’ nazionale, stabilita su base di larghe liberta’ municipali”.
Nel volantino terminiamo con queste parole : manifestiamo un sentimento di intenso dolore per l’agonia della scuola pubblica, unica speranza per le nuove generazioni. La nostra Costituzione non e’ piu’ rispettata; infatti gli articoli che riguardano la scuola pubblica sono stati letteralmente aggirati (art. 33) : enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo stato.
In realtà siamo in regressione! Siamo passati dal suffragio universale della Costituente Romana del 1849 che permetteva di eleggere direttamente i propri rappresentanti, alla nomina dei deputati dell’Italia di oggi fatta dalle segreterie dei partiti . E’ questa la sovranita’ del popolo? E’ questa “democrazia”?
Dobbiamo allora impegnarci tutti con responsabilita’, giorno dopo giorno, ora dopo ora, per poter ritornare a sognare una nuova Italia, come fecero i gloriosi, cari patrioti del risorgimento.
viva Mazzini, viva Garibaldi, viva l’Italia
13 marzo 2011 | ||
17:00 | a | 20:30 |
Domenica 13 Marzo alle ore 17,00, a Roma, presso il Centro Socioculturale Garbatella di Via Caffaro,10, l’associazione culturale “Gruppo Laico di Ricerca” ha organizzato un incontro di approfondimento sulle conseguenze politiche e storiche scaturite dall’ unificazione nazionale monarchica e dalla rivoluzione incompiuta delle forze repubblicane e progressiste.
Per l’importanza e l’attualità del tema s’invitano soci e simpatizzanti a non mancare l’appuntamento
per i dettagli : http://www.gruppolaico.it/category/appuntamenti/
17 marzo 2011 | ||
10:00 | a | 13:00 |
I membri dell’associazione Garibaldini per l’Italia, consapevoli del contributo fondamentale dato dai volontari italiani all’unificazione della Patria, propongono di partecipare a quelle celebrazioni unitarie in cui sia possibile individuare nei contenuti e nelle rappresentazioni, elementi strettamente legati all’epopea garibaldina, alla Repubblica Romana e alla spedizione dei Mille.
Si ritengono infatti “degni” di essere celebrati e ricordati da tutti gli Italiani coloro che sognarono una Repubblica fondata sulla libertà, sulla giustizia, sul progresso, sulla solidarietà; coloro che offrirono la vita per l’Italia unita e per noi, che oggi godiamo il frutto del loro sacrificio.
Saremo presenti il 17 Marzo 2011 a Roma:
Ore 9,45 al Gianicolo – Piazzale Garibaldi – Spostamento alle 10,00 al muro del belvedere di Villa Lante (di fronte monumento ad Anita Garibaldi), per lo scoprimento del nuovo monumento con il testo della Repubblica Romana del 1849
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Ore 17,00 a Piazza Rosolino Pilo per partecipare, con un breve intervento della nostra associazione, alla manifestazione organizzata da Comitato di Quartiere Monteverde-Quattro Venti
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In entrambi i casi distribuiremo un volantino, di cui riportiamo il testo
VIVA L’ITALIA
di Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi
NOI,
RAGAZZI VOLONTARI DEL RISORGIMENTO,
CHE ABBIAMO SOGNATO UNA REPUBBLICA FONDATA SULLA LIBERTA’, SULLA GIUSTIZIA, SUL PROGRESSO, SULLA SOLIDARIETA’;
NOI,
CHE ABBIAMO OFFERTO LE NOSTRE GIOVANI VITE PER L’ITALIA UNITA, E PER VOI, CHE OGGI GODETE IL FRUTTO DEL NOSTRO SACRIFICIO
OGGI, 17 MARZO 2011
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MANIFESTIAMO UN SENTIMENTO DI INTENSO DOLORE…
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PER UNA PATRIA E UNA DEMOCRAZIA INCOMPIUTE
PER UNA SOCIETA’ CHE TRASCURA IL BENE COMUNE PER SETE DI POTERE E DI DENARO
PER UN POPOLO DISEDUCATO ALLA RESPONSABILITA’, CHE IGNORA L’OSSERVANZA DEI DOVERI E LA DIFESA DEI DIRITTI
PER L’AGONIA DELLA SCUOLA PUBBLICA - UNICA SPERANZA PER LE FUTURE GENERAZIONI
23 marzo 2011 | ||
17:00 | a | 20:30 |
Domenica 23 Marzo alle ore 17,00, a Roma, presso il Centro Socioculturale Garbatella di Via Caffaro,10, l’associazione culturale “Gruppo Laico di Ricerca” ha organizzato il secondo incontro di approfondimento sulle conseguenze politiche e storiche scaturite dall’ unificazione nazionale monarchica e dalla rivoluzione incompiuta delle forze repubblicane e progressiste.
Per l’importanza e l’attualità del tema s’invitano soci e simpatizzanti a non mancare l’appuntamento
per i dettagli : http://www.gruppolaico.it/category/appuntamenti/
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COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA, 1849
PRINCIPII FONDAMENTALI
I.
La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituito in repubblica democratica.
II.
Il regime democratico ha per regola l’eguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di nascita o casta.
III.
La Repubblica colle leggi e colle istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini.
IV.
La Repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l’italiana.
V.
I Municipii hanno tutti eguali diritti: la loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello Stato.
VI.
La piú equa distribuzione possibile degli interessi locali, in armonia coll’interesse politico dello Stato è la norma del riparto territoriale della Repubblica.
VII.
Dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici.
VIII.
Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere spirituale.
Titolo I
DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI CITTADINI
Art. 1. – Sono cittadini della Repubblica:
Gli originarii della Repubblica;
Coloro che hanno acquistata la cittadinanza per effetto delle leggi precedenti;
Gli altri Italiani col domicilio di sei mesi;
Gli stranieri col domicilio di dieci anni;
I naturalizzati con decreto del potere legislativo.
Art. 2. – Si perde la cittadinanza:
Per naturalizzazione, o per dimora in paese straniero con animo di non piú tornare;
Per l’abbandono della patria in caso di guerra, o quando è dichiarata in pericolo;
Per accettazione di titoli conferiti dallo straniero;
Per accettazione di gradi e cariche, e per servizio militare presso lo straniero, senza autorizzazione del governo della Repubblica; l’autorizzazione è sempre presunta quando si combatte per la libertà d’un popolo;
Per condanna giudiziale.
Art. 3. – Le persone e le proprietà sono inviolabili.
Art. 4. – Nessuno può essere arrestato che in flagrante delitto, o per mandato di giudice, né essere distolto dai suoi giudici naturali. Nessuna Corte o Commissione eccezionale può istituirsi sotto qualsiasi titolo o nome. Nessuno può essere carcerato per debiti.
Art. 5. – Le pene di morte e di confisca sono proscritte.
Art. 6. -Il domicilio è sacro: non è permesso penetrarvi che nei casi e modi determinati dalla legge.
Art. 7.- La manifestazione del pensiero è libera; la legge ne punisce l’abuso senza alcuna censura preventiva.
Art. 8. – L’insegnamento è libero. Le condizioni di moralità e capacità, per chi intende professarlo, sono determinate dalla legge.
Art. 9. – Il segreto delle lettere è inviolabile.
Art. 10. -Il diritto di petizione può esercitarsi individualmente e collettivamente.
Art. 11. – L’associazione senz’armi e senza scopo di delitto, è libera.
Art. 12. -Tutti i cittadini appartengono alla guardia nazionale nei modi e colle eccezioni fissate dalla legge.
Art. 13. – Nessuno può essere astretto a perdere la proprietà delle cose, se non in causa pubblica, e previa giusta indennità.
Art. 14. – La legge determina le spese della Repubblica, e il modo di contribuirvi.
Nessuna tassa può essere imposta se non per legge, nè percetta per tempo maggiore di quello dalla legge determinato.
Titolo II
DELL’ORDINAMENTO POLITICO
Art. 15.- Ogni potere viene dal popolo. Si esercita dall’Assemblea, dal Consolato, dall’Ordine giudiziario.
Titolo III
DELL’ASSEMBLEA
Art. 16. – L’Assemblea è costituita da Rappresentanti del popolo.
Art. 17. – Ogni cittadino che gode i diritti civili e politici a 21 anno è elettore, a 25 è eleggibile.
Art. 18. – Non può essere rappresentante del popolo un pubblico funzionario nominato dai consoli o dai ministri.
Art. 19. – Il numero dei rappresentanti è determinato in proporzione di uno ogni ventimila abitanti.
Art. 20. – I Comizi generali si radunano ogni tre anni nel 21 aprile.
Il popolo vi elegge i suoi rappresentanti con voto universale, diretto e pubblico.
Art. 21. – L’Assemblea si riunisce il 15 maggio successivamente all’elezione.
Si rinnova ogni tre anni.
Art. 22. -L’Assemblea si riunisce in Roma, ove non determini altrimenti, e dispone della forza armata di cui crederà aver bisogno.
Art. 23. – L’Assemblea è indissolubile e permanente, salvo il diritto di aggiornarsi per quel tempo che crederà. Nell’intervallo può essere convocata ad urgenza sull’invito del presidente co’ segretari, di trenta membri, o del Consolato.
Art. 24. – Non è legale se non riunisce la metà, piú uno dei suoi rappresentanti.
Il numero qualunque de’ presenti decreta i provvedimenti per richiamare gli assenti.
Art. 25. – Le sedute dell’Assemblea sono pubbliche. Può costituirsi in comitato segreto.
Art. 26.- I rappresentanti del popolo sono inviolabili per le opinioni emesse nell’Assemblea, restando interdetta qualunque inquisizione.
Art. 27.-Ogni arresto o inquisizione contro un rappresentante è vietato senza permesso dell’Assemblea, salvo il caso di delitto flagrante. Nel caso di arresto in flagranza di delitto, l’Assemblea che ne sarà immediatamente informata, determina la continuazione o cessazione del processo. Questa disposizione si applica al caso in cui un cittadino carcerato fosse eletto rappresentante.
Art. 28. – Ciascun rappresentante del popolo riceve un indennizzo cui non può rinunziare.
Art. 29. – L’Assemblea ha il potere legislativo: decide della pace, della guerra, e dei trattati.
Art. 30. – La proposta delle leggi appartiene ai rappresentanti e al Consolato.
Art. 31. – Nessuna proposta ha forza di legge, se non dopo adottata con due deliberazioni prese all’intervallo non minore di otto giorni, salvo all’Assemblea di abbreviarlo in caso d’urgenza.
Art. 32. – Le leggi adottate dall’Assemblea vengono senza ritardo promulgate dal Consolato in nome di Dio e del popolo. Se il Consolato indugia, il presidente dell’Assemblea fa la promulgazione.
Titolo IV
DEL CONSOLATO E DEL MINISTERO
Art. 33. – Tre sono i consoli. Vengono nominati dall’Assemblea a maggioranza di due terzi di suffragi. Debbono essere cittadini della repubblica, e dell’età di 30 anni compiti.
Art. 34. – L’ufficio dei consoli dura tre anni. Ogni anno uno dei consoli esce d’ufficio. Le due prime volte decide la sorte fra i tre primi eletti. Niun console può essere rieletto se non dopo trascorsi tre anni dacché uscí di carica.
Art. 35. – Vi sono sette ministri di nomina del Consolato:
1. Degli affari interni;
2. Degli affari esteri;
3. Di guerra e marina;
4. Di finanze;
5. Di grazia e giustizia;
6. Di agricoltura, commercio, industria e lavori pubblici;
7. Del culto, istruzione pubblica, belle arti e beneficenza.
Art. 36. – Ai consoli sono commesse l’esecuzione delle leggi, e le relazioni internazionali.
Art. 37. – Ai consoli spetta la nomina e revocazione di quegli impieghi che la legge non riserva ad altra autorità; ma ogni nomina e revocazione deve esser fatta in consiglio de’ ministri.
Art. 38.-Gli atti dei consoli, finché non sieno contrassegnati dal ministro incaricato dell’esecuzione, restano senza effetto. Basta la sola firma dei consoli per la nomina e revocazione dei ministri.
Art. 39. – Ogni anno, ed a qualunque richiesta dell’Assemblea, i consoli espongono lo stato degli affari della Repubblica.
Art. 40. – I ministri hanno il diritto di parlare all’Assemblea sugli affari che li risguardano.
Art. 41. – I consoli risiedono nel luogo ove si convoca l’Assemblea, né possono escire dal territorio della Repubblica senza una risoluzione dell’Assemblea sotto pena di decadenza.
Art. 42. – Sono alloggiati a spese della Repubblica, e ciascuno riceve un appuntamento di scudi tremila e seicento.
Art. 43. – I consoli e i ministri sono responsabili.
Art. 44. – I consoli e i ministri possono essere posti in stato d’accusa dall’Assemblea sulla proposta di dieci rappresentanti. La dimanda deve essere discussa come una legge.
Art. 45.- Ammessa l’accusa, il console è sospeso dalle sue funzioni. Se assoluto, ritorna all’esercizio della sua carica, se condannato, passa a nuova elezione.
Titolo V
DEL CONSIGLIO DI STATO
Art. 46. – Vi è un consiglio di stato, composto da quindici consiglieri nominati dall’Assemblea.
Art. 47. – Esso deve essere consultato dai Consoli, e dai ministri sulle leggi da proporsi, sui regolamenti e sulle ordinanze esecutive; può esserlo sulle realzioni politiche.
Art. 48. – Esso emana que’ regolamenti pei quali l’Assemblea gli ha dato una speciale delegazione. Le altre funzioni sono determinate da una legge particolare.
Titolo VI
DEL POTERE GIUDIZIARIO
Art. 49. – I giudici nell’esercizio delle loro funzioni non dipendono da altro potere dello Stato.
Art. 50. – Nominati dai consoli ed in consiglio de’ ministri sono inamovibili, non possono essere promossi, né trasclocati che con proprio consenso, né sospesi, degradati, o destituiti se non dopo regolare procedura e sentenza.
Art. 51. – Per le contese civili vi è una magistratura di pace.
Art. 52. – La giustizia è amministrata in nome del popolo pubblicamente; ma il tribunale, a causa di moralità, può ordinare che la discussione sia fatta a porte chiuse.
Art. 53. – Nelle cause criminali al popolo appartiene il giudizio del fatto, ai tribunali l’applicazione della legge. La istituzione dei giudici del fatto è determinata da legge relativa.
Art. 54. – Vi è un pubblico ministero presso i tribunali della Repubblica.
Art. 55. – Un tribunale supremo di giustizia giudica, senza che siavi luogo a gravame, i consoli ed i ministri messi in istato di accusa. Il tribunale supremo si compone del presidente, di quattro giudici piú anziani della cassazione, e di giudici del fatto, tratti a sorte dalle liste annuali, tre per ciascuna provincia. L’Assemblea designa il magistrato che deve esercitare le funzioni di pubblico ministero presso il tribunale supremo. È d’uopo della maggioranza di due terzi di suffragi per la condanna.
Titolo VII
DELLA FORZA PUBBLICA
Art. 56. – L’ammontare della forza stipendiata di terra e di mare è determinato da una legge, e solo per una legge può essere aumentato o diminuito.
Art. 57. – L’esercito si forma per arruolamento volontario, o nel modo che la legge determina.
Art.58.- Nessuna truppa straniera può essere assoldata, né introdotta nel territorio della Repubblica, senza decreto dell’Assemblea.
Art. 59. – I generali sono nominati dall’Assemblea sopra proposta del Consolato.
Art. 60. – La distribuzione dei corpi di linea e la forza delle interne guarnigioni sono determinate dall’Assemblea, né possono subire variazioni, o traslocamento anche momentaneo, senza di lei consenso.
Art. 61. – Nella guardia nazionale ogni grado è conferito per elezione.
Art. 62. – Alla guardia nazionale è affidato principalmente il mantenimento dell’ordine interno e della costituzione.
Titolo VIII
DELLA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE
Art. 63. – Qualunque riforma di costituzione può essere solo domandata nell’ultimo anno della legislatura da un terzo almeno dei rappresentanti.
Art. 64. – L’Assemblea delibera per due volte sulla domanda all’intervallo di due mesi. Opinando l’Assemblea per la riforma alla maggioranza di due terzi, vengono convocati i comizii generali, onde eleggere i rappresentanti per la costituente, in ragione di uno ogni 15 mila abitanti.
Art. 65. – L’Assemblea di revisione è ancora assemblea legislativa per tutto il tempo in cui siede, da non eccedere tre mesi.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE
Art. 66. – Le operazioni della costituente attuale saranno specialmente dirette alla formazione della legge elettorale, e delle altre leggi organiche necessarie all’attuazione della costituzione.
Art. 67. – Coll’apertura dell’Assemblea legislativa cessa il mandato della costituente.
Art. 68. – Le leggi e i regolamenti esistenti restano in vigore in quanto non si oppongono alla costituzione, e finché non sieno abrogati.
Art. 69. – Tutti gli attuali impiegati hanno bisogno di conferma.
Il Presidente I Vice-Presidenti I Segretari
G. Galletti A. Saliceti – E. Alloccatelli G. Pennacchi – G. Cocchi
A. Fabretti – A. Zambianchi
PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA
Decreto istitutivo:
art.1 – Il papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato Romano.
art.2 – Il Pontefice romano avrà tutte le guarantigie necessarie per la indipendenza nell’esercizio della sua potestà spirituale.
art.3 – La forma del Governo dello Stato Romano sarà la democrazia pura e prenderà il glorioso nome di Repubblica Romana.
Art.4 – La Repubblica Romana avrà con il resto d’Italia le relazioni che esige la nazionalità comune.
Roma lì 9 febbraio 1849 ore 1 antimeridiane Voti: 120 favorevoli – 12 astenuti – 10 contrari
Il Presidente I Vice-Presidenti I Segretari
G. Galletti A. Saliceti – E. Alloccatelli G. Pennacchi – G. Cocchi
A. Fabretti – A. Zambianchi
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COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA, 1849
PRINCIPII FONDAMENTALI
I.
La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituito in repubblica democratica.
II.
Il regime democratico ha per regola l’eguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di nascita o casta.
III.
La Repubblica colle leggi e colle istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini.
IV.
La Repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l’italiana.
V.
I Municipii hanno tutti eguali diritti: la loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello Stato.
VI.
La piú equa distribuzione possibile degli interessi locali, in armonia coll’interesse politico dello Stato è la norma del riparto territoriale della Repubblica.
VII.
Dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici.
VIII.
Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere spirituale.
Titolo I
DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI CITTADINI
Art. 1. – Sono cittadini della Repubblica:
Gli originarii della Repubblica;
Coloro che hanno acquistata la cittadinanza per effetto delle leggi precedenti;
Gli altri Italiani col domicilio di sei mesi;
Gli stranieri col domicilio di dieci anni;
I naturalizzati con decreto del potere legislativo.
Art. 2. – Si perde la cittadinanza:
Per naturalizzazione, o per dimora in paese straniero con animo di non piú tornare;
Per l’abbandono della patria in caso di guerra, o quando è dichiarata in pericolo;
Per accettazione di titoli conferiti dallo straniero;
Per accettazione di gradi e cariche, e per servizio militare presso lo straniero, senza autorizzazione del governo della Repubblica; l’autorizzazione è sempre presunta quando si combatte per la libertà d’un popolo;
Per condanna giudiziale.
Art. 3. – Le persone e le proprietà sono inviolabili.
Art. 4. – Nessuno può essere arrestato che in flagrante delitto, o per mandato di giudice, né essere distolto dai suoi giudici naturali. Nessuna Corte o Commissione eccezionale può istituirsi sotto qualsiasi titolo o nome. Nessuno può essere carcerato per debiti.
Art. 5. – Le pene di morte e di confisca sono proscritte.
Art. 6. -Il domicilio è sacro: non è permesso penetrarvi che nei casi e modi determinati dalla legge.
Art. 7.- La manifestazione del pensiero è libera; la legge ne punisce l’abuso senza alcuna censura preventiva.
Art. 8. – L’insegnamento è libero. Le condizioni di moralità e capacità, per chi intende professarlo, sono determinate dalla legge.
Art. 9. – Il segreto delle lettere è inviolabile.
Art. 10. -Il diritto di petizione può esercitarsi individualmente e collettivamente.
Art. 11. – L’associazione senz’armi e senza scopo di delitto, è libera.
Art. 12. -Tutti i cittadini appartengono alla guardia nazionale nei modi e colle eccezioni fissate dalla legge.
Art. 13. – Nessuno può essere astretto a perdere la proprietà delle cose, se non in causa pubblica, e previa giusta indennità.
Art. 14. – La legge determina le spese della Repubblica, e il modo di contribuirvi.
Nessuna tassa può essere imposta se non per legge, nè percetta per tempo maggiore di quello dalla legge determinato.
Titolo II
DELL’ORDINAMENTO POLITICO
Art. 15.- Ogni potere viene dal popolo. Si esercita dall’Assemblea, dal Consolato, dall’Ordine giudiziario.
Titolo III
DELL’ASSEMBLEA
Art. 16. – L’Assemblea è costituita da Rappresentanti del popolo.
Art. 17. – Ogni cittadino che gode i diritti civili e politici a 21 anno è elettore, a 25 è eleggibile.
Art. 18. – Non può essere rappresentante del popolo un pubblico funzionario nominato dai consoli o dai ministri.
Art. 19. - Il numero dei rappresentanti è determinato in proporzione di uno ogni ventimila abitanti.
Art. 20. – I Comizi generali si radunano ogni tre anni nel 21 aprile.
Il popolo vi elegge i suoi rappresentanti con voto universale, diretto e pubblico.
Art. 21. – L’Assemblea si riunisce il 15 maggio successivamente all’elezione.
Si rinnova ogni tre anni.
Art. 22. -L’Assemblea si riunisce in Roma, ove non determini altrimenti, e dispone della forza armata di cui crederà aver bisogno.
Art. 23. – L’Assemblea è indissolubile e permanente, salvo il diritto di aggiornarsi per quel tempo che crederà. Nell’intervallo può essere convocata ad urgenza sull’invito del presidente co’ segretari, di trenta membri, o del Consolato.
Art. 24. – Non è legale se non riunisce la metà, piú uno dei suoi rappresentanti.
Il numero qualunque de’ presenti decreta i provvedimenti per richiamare gli assenti.
Art. 25. – Le sedute dell’Assemblea sono pubbliche. Può costituirsi in comitato segreto.
Art. 26.- I rappresentanti del popolo sono inviolabili per le opinioni emesse nell’Assemblea, restando interdetta qualunque inquisizione.
Art. 27.-Ogni arresto o inquisizione contro un rappresentante è vietato senza permesso dell’Assemblea, salvo il caso di delitto flagrante. Nel caso di arresto in flagranza di delitto, l’Assemblea che ne sarà immediatamente informata, determina la continuazione o cessazione del processo. Questa disposizione si applica al caso in cui un cittadino carcerato fosse eletto rappresentante.
Art. 28. – Ciascun rappresentante del popolo riceve un indennizzo cui non può rinunziare.
Art. 29. – L’Assemblea ha il potere legislativo: decide della pace, della guerra, e dei trattati.
Art. 30. – La proposta delle leggi appartiene ai rappresentanti e al Consolato.
Art. 31. – Nessuna proposta ha forza di legge, se non dopo adottata con due deliberazioni prese all’intervallo non minore di otto giorni, salvo all’Assemblea di abbreviarlo in caso d’urgenza.
Art. 32. – Le leggi adottate dall’Assemblea vengono senza ritardo promulgate dal Consolato in nome di Dio e del popolo. Se il Consolato indugia, il presidente dell’Assemblea fa la promulgazione.
Titolo IV
DEL CONSOLATO E DEL MINISTERO
Art. 33. – Tre sono i consoli. Vengono nominati dall’Assemblea a maggioranza di due terzi di suffragi. Debbono essere cittadini della repubblica, e dell’età di 30 anni compiti.
Art. 34. – L’ufficio dei consoli dura tre anni. Ogni anno uno dei consoli esce d’ufficio. Le due prime volte decide la sorte fra i tre primi eletti. Niun console può essere rieletto se non dopo trascorsi tre anni dacché uscí di carica.
Art. 35. – Vi sono sette ministri di nomina del Consolato:
1. Degli affari interni;
2. Degli affari esteri;
3. Di guerra e marina;
4. Di finanze;
5. Di grazia e giustizia;
6. Di agricoltura, commercio, industria e lavori pubblici;
7. Del culto, istruzione pubblica, belle arti e beneficenza.
Art. 36. – Ai consoli sono commesse l’esecuzione delle leggi, e le relazioni internazionali.
Art. 37. – Ai consoli spetta la nomina e revocazione di quegli impieghi che la legge non riserva ad altra autorità; ma ogni nomina e revocazione deve esser fatta in consiglio de’ ministri.
Art. 38.-Gli atti dei consoli, finché non sieno contrassegnati dal ministro incaricato dell’esecuzione, restano senza effetto. Basta la sola firma dei consoli per la nomina e revocazione dei ministri.
Art. 39. – Ogni anno, ed a qualunque richiesta dell’Assemblea, i consoli espongono lo stato degli affari della Repubblica.
Art. 40. – I ministri hanno il diritto di parlare all’Assemblea sugli affari che li risguardano.
Art. 41. – I consoli risiedono nel luogo ove si convoca l’Assemblea, né possono escire dal territorio della Repubblica senza una risoluzione dell’Assemblea sotto pena di decadenza.
Art. 42. – Sono alloggiati a spese della Repubblica, e ciascuno riceve un appuntamento di scudi tremila e seicento.
Art. 43. - I consoli e i ministri sono responsabili.
Art. 44. – I consoli e i ministri possono essere posti in stato d’accusa dall’Assemblea sulla proposta di dieci rappresentanti. La dimanda deve essere discussa come una legge.
Art. 45.- Ammessa l’accusa, il console è sospeso dalle sue funzioni. Se assoluto, ritorna all’esercizio della sua carica, se condannato, passa a nuova elezione.
Titolo V
DEL CONSIGLIO DI STATO
Art. 46. – Vi è un consiglio di stato, composto da quindici consiglieri nominati dall’Assemblea.
Art. 47. – Esso deve essere consultato dai Consoli, e dai ministri sulle leggi da proporsi, sui regolamenti e sulle ordinanze esecutive; può esserlo sulle realzioni politiche.
Art. 48. – Esso emana que’ regolamenti pei quali l’Assemblea gli ha dato una speciale delegazione. Le altre funzioni sono determinate da una legge particolare.
Titolo VI
DEL POTERE GIUDIZIARIO
Art. 49. – I giudici nell’esercizio delle loro funzioni non dipendono da altro potere dello Stato.
Art. 50. – Nominati dai consoli ed in consiglio de’ ministri sono inamovibili, non possono essere promossi, né trasclocati che con proprio consenso, né sospesi, degradati, o destituiti se non dopo regolare procedura e sentenza.
Art. 51. – Per le contese civili vi è una magistratura di pace.
Art. 52. – La giustizia è amministrata in nome del popolo pubblicamente; ma il tribunale, a causa di moralità, può ordinare che la discussione sia fatta a porte chiuse.
Art. 53. – Nelle cause criminali al popolo appartiene il giudizio del fatto, ai tribunali l’applicazione della legge. La istituzione dei giudici del fatto è determinata da legge relativa.
Art. 54. – Vi è un pubblico ministero presso i tribunali della Repubblica.
Art. 55. – Un tribunale supremo di giustizia giudica, senza che siavi luogo a gravame, i consoli ed i ministri messi in istato di accusa. Il tribunale supremo si compone del presidente, di quattro giudici piú anziani della cassazione, e di giudici del fatto, tratti a sorte dalle liste annuali, tre per ciascuna provincia. L’Assemblea designa il magistrato che deve esercitare le funzioni di pubblico ministero presso il tribunale supremo. È d’uopo della maggioranza di due terzi di suffragi per la condanna.
Titolo VII
DELLA FORZA PUBBLICA
Art. 56. – L’ammontare della forza stipendiata di terra e di mare è determinato da una legge, e solo per una legge può essere aumentato o diminuito.
Art. 57. – L’esercito si forma per arruolamento volontario, o nel modo che la legge determina.
Art.58.- Nessuna truppa straniera può essere assoldata, né introdotta nel territorio della Repubblica, senza decreto dell’Assemblea.
Art. 59. – I generali sono nominati dall’Assemblea sopra proposta del Consolato.
Art. 60. – La distribuzione dei corpi di linea e la forza delle interne guarnigioni sono determinate dall’Assemblea, né possono subire variazioni, o traslocamento anche momentaneo, senza di lei consenso.
Art. 61. – Nella guardia nazionale ogni grado è conferito per elezione.
Art. 62. – Alla guardia nazionale è affidato principalmente il mantenimento dell’ordine interno e della costituzione.
Titolo VIII
DELLA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE
Art. 63. – Qualunque riforma di costituzione può essere solo domandata nell’ultimo anno della legislatura da un terzo almeno dei rappresentanti.
Art. 64. – L’Assemblea delibera per due volte sulla domanda all’intervallo di due mesi. Opinando l’Assemblea per la riforma alla maggioranza di due terzi, vengono convocati i comizii generali, onde eleggere i rappresentanti per la costituente, in ragione di uno ogni 15 mila abitanti.
Art. 65. – L’Assemblea di revisione è ancora assemblea legislativa per tutto il tempo in cui siede, da non eccedere tre mesi.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE
Art. 66. – Le operazioni della costituente attuale saranno specialmente dirette alla formazione della legge elettorale, e delle altre leggi organiche necessarie all’attuazione della costituzione.
Art. 67. – Coll’apertura dell’Assemblea legislativa cessa il mandato della costituente.
Art. 68. – Le leggi e i regolamenti esistenti restano in vigore in quanto non si oppongono alla costituzione, e finché non sieno abrogati.
Art. 69. – Tutti gli attuali impiegati hanno bisogno di conferma.
Il Presidente I Vice-Presidenti I Segretari
G. Galletti A. Saliceti – E. Alloccatelli G. Pennacchi – G. Cocchi
A. Fabretti – A. Zambianchi
PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA
Decreto istitutivo:
art.1 – Il papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato Romano.
art.2 – Il Pontefice romano avrà tutte le guarantigie necessarie per la indipendenza nell’esercizio della sua potestà spirituale.
art.3 – La forma del Governo dello Stato Romano sarà la democrazia pura e prenderà il glorioso nome di Repubblica Romana.
Art.4 – La Repubblica Romana avrà con il resto d’Italia le relazioni che esige la nazionalità comune.
Roma lì 9 febbraio 1849 ore 1 antimeridiane Voti: 120 favorevoli – 12 astenuti – 10 contrari
Il Presidente I Vice-Presidenti I Segretari
G. Galletti A. Saliceti – E. Alloccatelli G. Pennacchi – G. Cocchi
A. Fabretti – A. Zambianchi
Con questo libro intendiamo rendere omaggio a quei volontari Garibaldini friulani, sconosciuti ai più, che combatterono a fianco di Giuseppe Garibaldi in quasi tutte le battaglie per l’unità d’Italia. Un’occasione unica per ripercorrere pagine importanti della nostra storia risorgimentale, rivissuta attraverso i racconti di protagonisti coraggiosi, animati da un profondo amore per la Patria ed una indomabile coerenza con i princìpi più alti del pensiero mazziniano.
Ringraziamo gli autori di questa importante ricerca storica che hanno messo in rete l’intera pubblicazione, ricca anche di immagini preziose. (vedi l’indice nelle pagine finali del documento)
L’Associazione culturale “Gruppo Laico di Ricerca” ha organizzato per il primo marzo (centro socioculturale di Via Caffaro, 10 -Roma- Garbatella – ore 21,00) un incontro con Claudio Fracassi, giornalista e scrittore. Il tema è centrato sulla spedizione dei Mille del 1860 su cui l’autore ha costruito, con la precisione dello storico e l’abilità del narratore, il saggio “Il Romanzo dei Mille”.
La nostra associazione, riconoscendo a Claudio Fracassi il merito di aver diffuso e diffondere, attraverso uno stile chiaro e comprensibile a tutti, la conoscenza della storia del Risorgimento Italiano, dell’epopea Garibaldina e della storia della Repubblica Romana del 1849, così preziose per noi e per le future generazioni, ha deciso di conferirgli la Tessera Onoraria dei Garibaldini per l’Italia, che avremo il piacere di consegnargli nella serata del primo marzo.
L’invito ad essere presenti è naturalmente rivolto a tutti.
9 febbraio 2011 | ||
15:00 | a | 17:00 |
Roma – Sacrario dei caduti – 1849/1870
Mercoledi 9 Febbraio 2011, ore 15,00 – Roma, via Garibaldi n°29/e
faremo memoria della Proclamazione della Repubblica Romana del 1849.
Hanno aderito: l’Associazione Nazionale Garibaldina (A.N.G.), l’Associazione culturale “Gruppo Laico di Ricerca”, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.), il Comitato di Quartiere Monteverde Quattro Venti, studenti e professori delle scuole romane
Saranno presenti la banda musicale dei vigili Urbani del Comune di Roma e il coro del liceo Bertrand Russel di Roma
E’ nostra intenzione promuovere, iniziando da questo appuntamento, un percorso con i giovani studenti delle scuole romane, al fine di stimolare ed orientare il loro interesse verso la storia del Risorgimento e la formazione dei principi costituenti il nostro ordinamento repubblicano, e fare memoria degli uomini e delle donne che hanno contribuito a realizzarli. In questo primo incontro i ragazzi potranno, aiutati e coordinati dagli insegnanti, fotografare, filmare, intervistare, elaborare un resoconto giornalistico della celebrazione suddetta, cui potrà seguire un nostro intervento successivo, se richiesto, in forma di visita guidata nei luoghi delle battaglie per la difesa della Repubblica Romana o con interventi nella/e classi interessate.
Il vasto e complesso fenomeno che si sviluppò nelle regioni meridionali italiane nel settembre-
ottobre 1860, mentre era ancora in atto l’assedio di Gaeta, e che durò con crescente intensità
per quasi sette anni per poi lentamente affievolirsi, fu il segno più evidente del disagio delle
popolazioni rurali del Meridione di fronte al nuovo Stato nazionale che si andava delineando
dopo la fine del Regno delle Due Sicilie.
Il primo risveglio degli studenti dell’Archiginnasio di Roma (successivamente denominato Università di Roma La Sapienza) è legato a un documento, di cui non rimane traccia, presentato al Papa Pio IX in Quirinale………
(All’interno dell’articolo: per la citazione riguardante l’Inno degli Studenti si rimanda al documento presente nel sito)
Paul Ginsbor : Salviamo l’Italia
Il 150° anniversario della nazione non dovrebbe essere solo l’occasione per sventolare bandiere tricolori o indulgere nella retorica: richiede invece un ripensamento profondo sulla storia d’Italia e sul contributo del Paese al futuro del mondo moderno…
Giulio Einaudi Editore
Caffi-Calosso-Chiaromonte-Gobetti-Gramsci-Rosselli-Salvemini-Venturi:
L’unità d’Italia – Pro e contro il Risorgimento
Discutere le origini della nostra nazione è oggi di moda, ma lo si fa in modo strumentale, ipocrita, retorico. Dopo le riflessioni storiche di Gobetti, Gramsci e Salvemini, si aprì nel 1935 su “Giustizia e Libertà”, la rivista parigina degli esuli antifascisti, un dibattito avviato con provocatoria irriverenza da Andrea Caffi, in cui intervennero con altrettanta spregiudicatezza alcune delle menti più lucide e laiche del nostro secolo
Edizioni e/o
Giuseppe Mazzini : Pensieri sulla democrazia in Europa
Dall’Agosto 1846 al giugno 1847 Giuseppe Mazzini, esule a Londra, pubblica sul “People’s Journal” otto articoli sulla democrazia. Con questi interventi, di cui in Italia è nota solo la rielaborazione in italiano del 1852, Mazzini si inserisce a pieno titolo nel dibattito europeo sulla democrazia, iscrivendo di fatto il proprio nome tra i suoi protagonisti più illustri: Torqueville, Blanc, Cabet, Mill……..
Universale economica Feltrinelli
Giuseppe Mazzini : Dei doveri dell’uomo – Fede e avvenire
E’ considerata l’opera fondamentale di Giuseppe Mazzini, padre del Risorgimento italiano. Dedicata agli operai italiani, elemento centrale e vitale nella riforma politica ideata da Mazzini, l’opera afferma l’illusorietà delle troppo facili dottrine basate “esclusivamente<2 sui diritti e ribadisce la necessità di indirizzarsi sulla via dei “doveri”, l’unica dalla quale possono scaturire i diritti.
Mursia Editore
Goffredo Mameli : Fratelli d’Italia
La vicenda specifica di Mameli illustra con efficacia la condizione di “esilio in patria” di cui hanno sofferto a lungo i democratici della storia italiana. Infatti essa allude alla difficoltà con cui il termine rrepubblicano” è entrato nella cultura degli Italiani. Una parola”repubblica” e un sentimento che non hanno mai goduto di una cittadinanza particolarmente benevola e che proprio nel 1848 acquistano un connotato preciso. Negli scritti di Mameli c’è tutto il ’48 italiano: l’anelito della patria; la convinzione che la storia si produca solo attraverso un riscatto popolare…
Universale economica feltrinelli
Giuseppe Garibaldi : Memorie
Queste memorie autobiografiche, scritte a più riprese tra il 1849 e gli anni dell’esilio a Caprera, e che narrano la vita e le imprese dagli anni della giovinezza all’intervento in Francia (1871), mostrano un Garibaldi diverso e forse più grande di quello che ci consegna la leggenda. Si scopre che Garibaldi odiava profondamente la guerra e il militarismo: per lui non si trattò mai di combattere per combattere, ma di combattere per cause giuste, e dunque innanzitutto di compiere scelte politiche, che lo videro costantemente dalla parte delle forze concretamente progressiste.
Edizioni Bur
Giuseppe Bandi : I Mille
Questo libro è il racconto delle avventure dei mille ragazzi che si imbarcarono a Quarto con Garibaldi e andarono a liberare la Sicilia e l’Italia meridionale. Dimentichiamoci tutto quello che del Risorgimento è scritto sui liri di storia, e consideriamolo proprio un libro di avventure, le avventure raccontate da chi ebbe la fortuna e il coraggio di viverle davvero, poco più che ragazzo.
Eretica speciale – stampa alternativa
Claudio Fracassi : La meravigliosa storia della Repubblica dei briganti
Con uno stile narrativo incalzante, fresco e avvincente, l’Autore squarcia il velo polveroso che troppo spesso ricopre il nostro Risorgimento e riporta in vita i personaggi e le vicende dell Repubblica Romana, “uno dei grandi spettacoli della storia”, destinato a concludersi con la sconfitta, che sarebbe durata un secolo, dell’ipotesi di un’Italia repubblicana e democratica
Mursia Editore
Claudio Fracassi : La ribelle e il Papa Re
La straordinaria e drammatica avventura personale e politica della ribelle Giuditta Tavani Arcuati, al centro dell’organizzazione clandestina dell’insurrezione, è ricostruita con il ritmo di un romanzo, in base a una rigorosa e originale documentazione archivistica.
Mursia Editore
Claudio Fracassi : Il romanzo dei Mille
Con gli occhi stupefatti dei volontari venuti dal nord, e attraverso i loro racconti, il libro ripercorre quelle ore e quei giorni: il finto sequestro delle navi a Genova, la tumultuosa traversata, la fredda accoglienza iniziale e il crescente entusiasmo di una popolazione sconosciuta, la fame e le pene degli accampamenti, le paure e il sangue delle lotte corpo a corpo, le barricate di Palermo. Sullo sfondo gli intrighi della diplomazia , lo sgretolamento del regime dei Borboni, il febbrile interesse dell’opinione pubblica europea. Un’originale ricostruzione dell’impresa che fece l’Italia unita, documentata come un resoconto di viaggio, appassionante e avvincente.
Mursia Editore
Barbara Minniti : Casa Collins
Le memorie di Emma Collins, la “segretaria inglese” di Garibaldi che visse sull’isola della Maddalena, proprio di fronte ai possedimenti dell’eroe. Da suo osservatorio privilegiato Emma racconta, con humor e in uno stile semplice e scorrevole che appassiona, le vicende del Risorgimento tra il 1855 e il 1868, attraverso le storie di una miriade di personaggi che passano da Caprera…
Edizioni polistampa
Denis Mack Smith : Garibaldi – Una vita a più immagini
Raccolta di testimonianze e giudizi dei contemporanei di Garibaldi che restituisce più di qualsiasi analisi lo spirito del tempo e le difficoltà verso l’Unità e l’indipendenza inocntrarono gli uomini che fecero l’Italia. Arricchisce il volume un importante apparato iconografico che copre le varie epoche e i principali eventi della vita di Garibaldi
Passigli Editori
Alfredo Venturi : Sotto la camicia rossa
Un saggio divulgativo che ci racconta Giuseppe Garibaldi com’era prima che una colata di retorica lo trasformasse in una statua di bronzo. E subito una prima grandissima sorpresa: fare scendere l’Eroe dei Due Mondi dal piedistallo non lo diminuisce affatto, esalta invece quell’irresistibile umanità che l’enfasi patriottica si è sempre preoccupata di nascondere e mortificare.
Edizioni. Hobby & Work
Luisa Mattia e Paolo D’Altan: I jeans di Garibaldi
un racconto per bambini delle elementari, con diverse illustrazioni, una storiella che si svolge dentro l’impresa dei mille
Editrice Carthusia
Patrizia Laurano : Garibaldi fu sfruttato
Giuseppe Garibaldi è l’italiano più conosciuto, è l’eroe per eccellenza. Il poncho, l’amore per Anita, i Mille hanno reso la sua vita una leggenda senza tempo. Una leggenda su cui hanno tentato di mettere la propria bandiera sia le camicie nere del regime fascista, che i fazzoletti rossi della battaglia resistenziale. Il libro ricostruisce la nascita del mito garibaldino, la sua diffusione e la tentata appropriazione da forze politiche avverse, nella speranza di ritrovare, in Garibaldi, la capacità di parlare al popolo e di muovere le masse in occasione delle decisive elezioni del 1948.
Saggi Pop
Daniela Longo e Rachele Lo Piano : Lorenzo e la Costituzione
“Perché non può esserci unità senza una base comune: la nostra Carta Costituzionale. Per questo renderla accessibile fin da piccoli – percrescere come cittadini responsabili e consapevoli dei propri diritti e doveri – è uno dei modi migliori per festeggiare il nostro Paese”. Un libro dai 7 anni in su
Sinnos Editrice
Ermanno Rea : La fabbrica dell’obbedienza – Il lato oscuro e complice degli Italiani
Spunti interessanti di ricerca sul male che affligge da secoli gli Italiani, che li rende poco inclini alla responsabilità undividuale e collettiva. Non potrà mai realizzarsi l’unità d’Italia se prima non analizziamo criticamente le radici della nostra formazione; non potremo mai considerarci destinatari delle idee del Risorgimento se prima non ci liberiamo dei fardelli culturali che ci hanno oppresso e ci opprimono da secoli.
Feltrinelli
Gigi Di Fiore : Controstoria dell’unita’ d’Italia
Una rassegna degli intrighi, degli abusi e degli inganni che accompagnarono il processo di unificazione; i vizi di origine di un risorgimento che non fu solo lotta contro il dominio straniero, ma ebbe anche caratteri di guerra civile. Un libro che si occupa principalmente delle “conquiste” territoriali piemontesi, del brigantaggio e degli eserciti sconfitti, trascurando intenzionalmente quella parte di popolo italiano che cambiò la storia della penisola, con il sacrificio, la sofferenza e la vita. Di questa ristretta “elite” di uomini e donne si parla come di avventurieri e di mercenari, mentre dei veri mercenari, al soldo di Pio IX, si dice siano stati mossi ad arruolarsi nell’esercito papalino per “fede”, animati dallo siprito di una vera e propria crociata… . Un libro ricco di utili informazioni, sebbene animato da una eccessiva vena demolitoria delle pagine più alte del nostro Risorgimento.
Bur saggi
Paolo Brogi : La lunga notte dei Mille
Le avventurose vite dei Garibaldini dopo la spedizione del ’60. “Se ne andarono in ogni direzione, a costruir colonie e ad attaccarle, a chiedere la guerra ma anche la pace, chi verso un ministero e chi scegliendo l’Aventino, alcuni di destra, altri di sinistra, in un’Italia che stav a loro stretta e che spesso abbandonarono per altre frontiere”
Liberi editore
Mario Isnenghi : Garibaldi fu ferito
“La condanna a morte di Garibaldi nel 1834, non austriaca ma piemontese, e quella sorta di fucilazione procrastinata che fu la ferita nello scontro sull’Aspromonte solo un anno dopo l’Unità: due elementi che restituiscono veridicità e nerbo alla favola delle origini. L’uomo e il simbolo stanno stretti nell’immagine rassicurante del rivoluzionario disciplinato, cucitagli addosso dai trasformisti neo-monarchici, ex mazziniani e garibaldini che costituiscono buona parte della classe dirigente dell’Italialiberale.Persino i monumenti che riempiono le piazze coltivano immaginari alternativi, contraddicendo le forme usuali della rispettabilità borghese. Ecco perché il mito di Garibaldi può risorgere ogni volta in forme diverse: nell’ottocento proto-socialista e nel novecento interventista della Grande Guerra; nella presa di Fiume e nella guerra di Spagna; nella resistenza dei partigiani garibaldini vicini al partito comunista e nei simboli elettorali del Fronte popolare….”
Donzelli editore
Marco Severini – La Repubblica Romana del 1849
Un affresco rigoroso delle vicende che portarono la Repubblica Romana del 1849 ad imporsi, nello scenario internazione, come uno degli eventi più importanti del Risorgimento Italiano. E’ sempre più evidente, agli studiosi come agli appassionati, di quanta e quale importanza assunsero e assumono anche oggi l’idealità, la politica e le vicende umane ed eroiche di quella Repubblica democratica di 162 anni fa.
Marsilio Editori
Maurizio Viroli – La libertà dei servi
Gli italiani hanno dimostrato nei secoli una spiccata capacità di inventare sistemi politici e sociali senza precedenti. Anche la trasformazione di una repubblica in una grande corte è un esperimento mai tentato e mai riuscito prima. Rispetto alle corti dei secoli passati, quella che ha messo radici in Italia coinvolge non più poche centinaia, ma milioni di persone e le conseguenze sono le medesime: servilismo, adulazione, identificazione con il signore, preoccupazione ossessiva per le apparenze, arroganza, buffoni e cortigiane. Poiché il sistema di corte ha plasmato il costume diffondendo quasi ovunque la mentalità servile, il rimedio dovrà essere di necessità coerente alla natura del male, vale a dire riscoprire, o imparare, il mestiere di cittadini. Per quanto sia ardua, è la sola via. Il primo passo è capire il valore e la bellezza dei doveri civili.
Laterza – collana anticorpi
Mimmo Franzinelli – Ultime lettere dei condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943 – 1945
Una fonte autentica per sapere che cosa muoveva gli animi dei protagonisti della Resistenza è costituita dai loro messaggi indirizzati ai famigliari nell’imminenza della fucilazione o durante il penoso trasferimento verso i campi di sterminio del Reich.
LOsca storia Mondadori – Marzo 2006
Mario Pacifici – Una cosa da niente e altri racconti
Le leggi razziali del ’38 – La discriminazione antisemita in dodici racconti – il dramma di una minoranza tradita dal regime ed estromessa dalla propria Patria…Dopo la sconfitta del fascismo la facile autoassoluzione di chi non aveva avuto la forza d’indignarsi.
Opposto Edizioni – Roma 2012
Domenico Gallo - Da sudditi a cittadini – Il percorso della democrazia
Excursus chiaro e sintetico delle conseguenze storiche e sociali di due Costituzioni : quella di Carlo Alberto di Savoia che divenne la carta fondamentale del Regno d’Italia e del Fascismo, e quella Repubblicana del 1948 che oggi si tenta di modificare..
Edizioni Gruppoabele - Torino 2013
Claudio Fracassi - La battaglia di Roma - Il percorso della democrazia
Nella Roma “Città aterta” occupata dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 spadroneggiano le SS di Kappler e i soldati della Wehrmacht; ma nella città giudicata cinica e indolente è una nuova leva di giovani e giovanissimi, ragazzi e ragazze, ad animare la ribellione e “rendere la vita impossibile all’occupante”….
Mursia Editore - Milano 2013
Angela Maria Alberton - Finché Venezia salva non sia -
Un approfondimento del Risorgimento in Veneto tra il 1848 e il 1866: dall’indagine sul volontariato garibaldino e sulle motivazioni che hanno spinto molti giovani veneti ad arruolarsi con la camicia rossa, alle cause dell’emigrazione dal Veneto al Piemonte e al Regno d’Italia tra il 1859 e il 1866. Un libro nel quale anche le classi popolari rivendicano il ruolo di protagoniste.
Cierre Edizioni - Verona 2012
15 gennaio 2011 | ||
16:00 |
Sabato 15 Gennaio 2011 alle ore 16,00
appuntamento a Roma, Piazza San Pancrazio n° 7 (sala polifunzionale della Parrocchia di San Pancrazio)
Scambieremo con i presenti opinioni e proposte, utili per elaborare la programmazione delle attività per il 2011-2012. L’incontro è aperto a tutti
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La camicia rossa in originale e nelle versioni successive
Testo e video musicale
Conosciuta anche con il titolo: Canto del garibaldino – La mia camicia rossa
Parole di: Rocco Traversa
Musica di: Luigi Pantaleoni
1860
Quando all’appello di Garibaldi
m’unii coi mille suoi prodi e baldi
questa Ei con voce mi dié commossa
Camicia rossa
E dall’istante ch’io t’indossai
Camicia rossa, t’idolatrai
nel petto un foco scese repente
Camicia ardente
Porti l’impronta di mia ferita
sei tutta lacera, tutta scucita!
e per ciò appunto mi sei più cara
Camicia rara
Fida compagna del mio valore
s’io ti contemplo, mi batte il cuore
par che tu intenda la mia favella
Camicia bella
Di gloria emblema, dell’ardimento
il tuo colore mettea spavento!
Fulmin di guerra ciascun ti noma
Camicia indoma.
Là sul Volturno meco hai sudato:
partii soldato, tornai soldato!
Tu sei la stessa che allor vestia
Camicia mia.
A chi t’indossa fan sorda guerra
i prepotenti di questa terra
ma il popol tutto l’ammira e canta
Camicia santa.
E sempre meco con fiero orgoglio
sempre un tuo lembo portar io voglio
fosti mia stella, sarai mia guida
Camicia fida.
E s’altra volta d’Italia il grido
chiami i valenti su l’adrio lido
daremo insieme fuoco alla miccia
O mia camicia.
Se dei Tedeschi nei fieri scontri
vien ch’io la morte dei prodi incontri
chi sa qual sorte ti fia serbata
Camicia amata.
Ma se, adornato d’allori il crine,
muoio in mia terra libera alfine
ti vuo’ sepolta nella mia fossa
Camicia rossa.
Versione alternativa
Quando la tromba sonava all’armi
con Garibaldi corsi a arruolarmi
la man mi strinse con forte scossa
e mi diè questa camicia rossa.
E dall’istante che t’indossai
le braccia d’oro ti ricamai
quando a Milazzo passai sergente
camicia rossa, camicia ardente.
Porti l’impronta di mia ferita
sei tutta lacera tutta scucita
per questo appunto mi sei più cara
camicia rossa camicia rara.
Tu sei l’emblema dell’ardimento
il tuo colore mette spavento
fra poco uniti andremo a Roma
camicia rossa, camicia indoma.
Fida compagna del mio valore
s’io ti contemplo mi batte il cuore
par che tu intenda la mia favella
camicia rossa camicia bella.
Là sul Volturno, di te vestito
quando sul campo caddi ferito
eri la stessa che allor vestia
camicia rossa, camicia mia
Con te sul petto farò la guerra
ai prepotenti di questa terra
mentre l’Italia d’eroi si vanta
camicia rossa, camicia santa.
Quando all’appello di Garibaldi
a un di que’ mille suoi prodi e baldi
daremo insieme fuoco alla mina
camicia rossa garibaldina.
Se dei Tedeschi nei fieri scontri
vien che la morte da prode incontri
chi sa qual sorte sarà serbata
camicia rossa, camicia amata!
Versione alternativa
Versi aggiunti dopo la sconfitta di Garibaldi in Aspromonte il 29 agosto 1862.
Ora tu posi come una mesta
che attende il giorno della sua festa
ed coll’alma trista commossa
ti guardo e lacrimo, camicia rossa!
Nei lidi siculi la prima volta
giovine altero io t’ebbi accolta
e nel nomarti la sposa mia
seguimmo insieme la stessa via.
Oh allor non eri quale tu sei
l’umile veste dei giorni miei!
Eri l’insegna della riscossa
o disprezzata camicia rossa!
Eri di tanta gloria beata
che da due mondi fosti desiata
e l’Angio e l’Unghero scesero in campo
del tuo divino fulgore al lampo.
Fino le imbelli fanciulle ornarsi
di te si piacquero e innamorarsi
né da quei cori giammai rimossa
fu la tua immagine, camicia rossa.
E come un voto di casta fede
che amor d’Italia solo concede
nella parete d’ogni umil tetto
pendesti all’ara di un santo affetto.
Tradita, fosti più grande – e Pisa
luce ha più bella con te divisa…
Oh! quella guerra che t’hanno mossa
t’ha sublimato camicia rossa.
Nella tua fiera malinconia
tu mi rammenti Venezia mia
nella tua vita, vinta non doma
sembri ripetere: «O morte, o Roma!»
Oh! vieni vieni col sol d’aprile
impari il mondo che non sei vile!
Roma e Venezia, poi nella fossa
scendiamo insieme, camicia rossa!
Camicia rossa, camicia indoma
sembri ripetere: O morte, o Roma!»
Sì, ripetiamo con voce forte
con Garibaldi: «O Roma, o morte!».
Versione alternativa
Versi aggiunti in riferimento alla partecipazione di Garibaldi alla guerra franco-prussiana (1870-1871) e dei garibaldini alla guerra greco-turca (1919-1922).
E nel Settanta fosti a Digione
camicia rossa prode campione
e ai prussiani strappavi da forte
una bandiera sprezzando la morte.
Quando la Grecia stanza e indoma
contro il Turco alzò la chioma
sei accorsa pronta, piena di valore
Camicia rossa, piena d’onore.
Versione alternativa
Versione scritta da Cristiano Giusto Caregnato in riferimento alla partecipazione di Garibaldi alla guerra franco-prussiana (1870-1871).
Or che la tromba risuona all’armi
con Garibaldi torno a ruolarmi
la stessa io provo potente scossa
che tu mi desti, camicia rossa.
Di te vestito farò la guerra
ai coronati di questa terra
di te vestito, nessun timore
camicia rossa io sento in cuore.
Là sulla Mosa, fra strania gente
del nuovo dritto campione ardente
sarò quel desso, camicia mia
che in altri tempi ti rivestia.
Dacché dannata fosti al bargello
il tuo colore splende più bello
di te vestito, per la riscossa
saprò morire, camicia rossa.
Voci correlate
Il Risorgimento visto da noi…
Cronaca della Repubblica Romana del ‘49
Alcuni meritevoli Insegnanti della Scuola Secondaria di I° grado “Giuseppe Sinopoli” di Roma hanno organizzato nel 2009 una visita al Gianicolo con gli alunni delle classi III/A/F/H.
Ragazzi e Professori, accompagnati da alcuni soci garibaldini, hanno potuto ripercorrere gli eventi legati alla Repubblica Romana del 1849, nei luoghi stessi ove avvennero le furiose battaglie in difesa del nuovo stato repubblicano.
I ragazzi della Sinopoli, seguiti dai loro Insegnanti, hanno redatto le pagine seguenti con ottima capacità di sintesi; ne è scaturito così un eccellente lavoro, utile ed importante per conservare la memoria storica del nostro Risorgimento, ma soprattutto perché ha creato nei giovani interesse e passione per uno degli eventi che, più di altri, ha contribuito a costruire la coscienza civile e democratica del nostro paese.
Gli articoli scritti dagli alunni della scuola media Statale “Giuseppe Sinopoli” di Roma