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l’Associazione Garibaldini per l’Italia, nel 170° della Repubblica Romana del 1849, ha onorato quello straordinario periodo storico, reso fertile dal sacrificio di tante giovani vite e dall’impegno dei più grandi personaggi del Risorgimento Italiano.
MARTEDÌ 30 APRILE 2019 ORE 8,45
Porta Pertusa – Giardini pubblici - Con il Patrocinio del Municipio XIII di Roma Capitale
Per la prima volta in 170 anni abbiamo ricordato i caduti della battaglia del 30 Aprile 1849 anche a Porta Pertusa (sommità delle Mura Vaticane) ove fu ferito mortalmente il Ten. Paolo Narducci, Primo caduto della neonata Repubblica. In presenza della Presidente del Municipio XIII, Giuseppina Castagnetta, della Fanfara dell’Arma dei Carabinieri diretta dal M.M. Fabio Tassinari, del Presidente della G.p.I. Paolo Macoratti, della giornalista Cinzia Dal Maso, è stata deposta una corona d’alloro sul muro dell’antica porta. Erano presenti i Soci della “Garibaldini per l’Italia” Arturo De Marzi (Vice Pres.), Monica Simmons (Segretaria), Maurizio Santilli, Antonio Iadevaia, Matteo Manenti, Annalisa Venditti, Enrica Quaranta, Marcello Pellegrini, Stefano Dini, Gianni Blumthaler e altri convenuti. Il 7 Agosto 2012 abbiamo “scortato” i resti di questo ragazzo ventenne all’interno del Mausoleo-Ossario Gianicolense di Via Garibadi per la tumulazione, su invito dei discendenti e della giornalista Cinzia Dal Maso. Il 25 settembre 2013 i ritratti di Paolo Narducci e della madre Teresa Maciucchi, oltre alla corona mortuaria del giovane ufficiale, sono stati donati dalla nostra Associazione al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina.
1849 – Combattimento a Via Aurelia – Calendario del 1916 (Collezione Leandro Mais – Roma)
MARTEDÌ 30 APRILE 2019 ORE 10,30
Mausoleo-Ossario Garibaldino – Via Garibaldi 29/e Con il Patrocinio del Municipio Roma I Centro
Dopo la memoria di Porta Pertusa siamo stati presenti alla celebrazione di tutti i caduti della Repubblica Romana al Mausoleo-Ossario Gianicolense, insieme all’Associazione Nazionale Garibaldina, all’Istituto di Studi Internazionali Giuseppe Garibaldi e alla Società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi. Al termine della cerimonia abbiamo premiato i migliori componimenti degli alunni delle due classi dell’Istituto G.G. Belli che hanno partecipato alla sesta edizione del Concorso “Alberto Mori”. Ha condotto la Cerimonia la Dott.ssa Enrica Quaranta
GIURIA presieduta dalla Prof. Silvia Mori e formata dai componenti della Commissione, Prof. Orietta Citoni, Segretaria Monica Simmons, Presidente Arch. Paolo Macoratti
Abbiamo letto con piacere le lettere dei giovani studenti dell’Istituto G.G.Belli, i quali si sono calati in un epoca estranea alle loro esperienze, utilizzando un mezzo di comunicazione, la scrittura manuale, a loro pressoché sconosciuto. Siamo lieti di vedere come, stimolati adeguatamente, i giovani possano ancora sorprenderci.
Al di là dell’importanza dell’evento storico in se, come il passaggio dalla Monarchia assoluta alla Repubblica Democratica, e alla resistenza contro l’intervento francese che hanno caratterizzato la maggior parte dei componimenti, abbiamo rilevato nei ragazzi l’intenzione di immedesimarsi nei personaggi del popolo, ora modesto anche nel modo di esprimersi, ora colto, ma orientata in ogni caso al raggiungimento di quegli ideali universali di pace, giustizia e di amore per i quali è giusto combattere.
Ringraziamo pertanto tutti gli studenti e gli insegnanti Carlo Felici e Paola Moresco che hanno aderito al progetto della nostra associazione.
BRANI DEI VINCITORI 6^ EDIZIONE PREMIO ALBERTO MORI
ISTITUTO G.G. BELLI – CLASSE III F
3° classificato – Caterina Canepuccia ” Quel che sembrava impossibile ipotizzare fino a qualche giorno fa, si è verificato davanti i miei occhi. Qui ora vige la democrazia! E lo Stato Romano si è dato il nome di Repubblica Romana. Ma il Popolo è in festa e dimentica i pericoli che incombono. Il destino non è ancora deciso e occorre rimanere vigili e prudenti…”
2° classificato – Simone Pasqua ” Per concludere vorrei condividere con te solo un’ultima delle mie riflessioni: la Francia, il paese in cui sei nata e in cui vivi, è una Repubblica basata sulla libertà, la fratellanza e l’uguaglianza; mi domando, quindi, per quale motivo stia cercando di impedire la formazione di una Repubblica Romana, minacciandone la capitale e impedendone la formazione. Non capisco, ma nonostante le mie incomprensioni desidero combattere anche per questo motivo: sogno la lealtà”
1° classificato – Simona Maria Casile ” E’ stato proprio questo spirito a non farci arrendere. In fondo guardate cosa abbiamo fatto: è nata una repubblica che nessuno si sarebbe mai immaginato ed è durata pure per ben cinque mesi. E’ vissuta, anche se agli occhi altrui solo per poco, esclusivamente grazie al nostro grandissimo spirito di sacrificio. Non scorderò mai quei corpi che giacevano per terra come dei massi, senza più respiro o parola, ma che sembravano conservare dentro di sé il desiderio sempre vivo di voler gridare al mondo:” anche noi vogliamo la nostra Patria!”……….Adesso, madre, ditemi: chiedevamo troppo? Avere dei diritti è qualcosa fuori dal naturale? Come ci è concesso di respirare, dormire o mangiare, abbiamo il diritto di votare chi ci governa, di essere liberi di professare la fede in cui crediamo, di essere tutti uguali e di non essere messi a morte per nessun motivo, perché la vita non appartiene che a noi. Chiedevamo troppo?”
Gli altri 2 selezionati sono: Aurora Naccari e Giulio Cesaretti Salvi
ISTITUTO G.G. BELLI – CLASSE III C
3° classificato – Gabriele Paolocci “La città è bellissima e ci sono tanti ragazzi che come me si sono trasferiti per un’ideale di uguaglianza, di fratellanza e di un luogo dove il potere sia nelle mani del Popolo….Oggi ci hanno comunicato una grande notizia, il nostro triunvirato (composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini) ha cominciato a scrivere un libro, credo si chiami la Costituzione; è un libro molto grande dove sono racchiusi tutti i nostri ideali…”
2° classificato – Federico Giovanola “Qui a Roma c’è una grande confusione; ogni giorno vedo persone con fucili in mano che sparano e combattono contro il nemico: si, hai ben capito, stiamo combattendo per difendere i nostri ideali, come dice mio padre. Tutti, uomini e donne, combattono e anche noi ragazzi aiutiamo facendo lavori anche molto rischiosi. Tutti i romani e anche i turisti o stranieri combattono contro il nostro nemico: il Papa aiutato dai Francesi..”
1° classificato – Lodovica Salvini “Caro amico, con questa mia sono qui a dirti che finalmente Roma ha un suo governo, il Papa è fuggito a Gaeta dai suoi amici Borboni e Firenze già da un mese è governata dai democratici Guerrazzi e Montanelli; finalmente comincio a sperare che con oggi abbiamo fatto un altro importante passo avanti per unire in un solo stato la nostra bella penisola; un sogno che si sta tramutando in realtà. Finalmente abbiamo un governo del popolo, un governo rappresentato da tre patrioti convinti denocratici, Armellini, Mazzini e Saffi, e sembra che addirittura stia raggiungendo Roma Garibaldi, lo ricordi, il nostro grande condottiero..”
Gli altri 3 selezionati sono: Adriano Jannuzzi, Azzurra Barassi, Lorenzo Vitale
L’occasione per il primo incontro tra i Soci delle due Associazioni garibaldine, italiana e tedesca, è avvenuta nella ricorrenza del 30 Aprile 2018 , nel 169° anniversario della famosa battaglia del 1849, simbolo della Resistenza della Repubblica Romana all’assedio che sancì la sua definitiva caduta. La Delegazione tedesca era rappresentata dal Presidente Dr. Thilo Fitzner, accompagnato dalla moglie Gertrud (simpatizzante); dal vice-Presidente Lothar Hillenbrand e dalla moglie Birgit (esperta in uniformi e cavalli); dalla Signora Walburga Pilch (responsabile per la stampa) e Wolfgang Binder (esperto in navigazione). Per l’Italia erano presenti: il Presidente, Arch. Paolo Macoratti; il Presidente Onorario Dr. Maurizio Brigazzi accompagnato dalla moglie Prof.ssa Laura Mereu (simpatizzante); la Segretaria Sig.ra Monica Simmons; la Prof.ssa Silvia Mori (interprete); Maurizio Santilli (Consiglio Direttivo); Prof.ssa Orietta Citoni (Collegio dei Revisori); Dott.ssa Enrica Quaranta (conduzione cerimonie); Arch. Gianni Blumthaler (fotografia); Prof. Carlo Felici (storia); Sig. Stefano Dini; Giuseppe Musacchio (simpatizzante).
Domenica 29 Aprile i membri delle due Associazioni hanno visitato il Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina del Gianicolo e parte dei luoghi delle battaglie che si svolsero nei pressi di Porta San Pancrazio tra maggio e giugno 1849. Un pranzo conviviale alla cantina del Castello di Torre in Pietra, nei pressi di Roma, ha terminato la mattinata, favorendo la socializzazione tra i membri delle due rappresentanze. Il pomeriggio è stato dedicato alla visita della collezione garibaldina del Socio Onorario Leandro Mais, durante la quale la delegazione tedesca, accompagnata anche dalla moglie di Mais, Sig.ra Maria Pia Rosati, ha potuto ammirare alcuni pezzi importanti della raccolta, e apprezzare gli omaggi che il Sig. Mais ha voluto donare in segno di amicizia ad ogni componente della delegazione.
Lunedì 30 Aprile si è svolta al Sacrario dei caduti per Roma la celebrazione del 169°della battaglia del 1849, alla presenza dell’Associazione Nazionale Garibaldina, dell’Istituto di Studi Internazionali Giuseppe Garibaldi e rappresentanze di altre associazioni, con la partecipazione del Picchetto armato dei Granatieri di Sardegna in uniforme storica e della Fanfara della Polizia di Stato a cavallo. Sono intervenuti: l’Assessore alle politiche educative e scolastiche del XII Municipio di Roma Capitale, Avv. Fabiana Tomassi – La Dott.ssa Mara Minasi, responsabile del Museo della R.R. e del Sacrario dei caduti per Roma, il Presidente della “Garibaldi Gesellschaft Deutschland”, Dott. Thilo Fitzner, il Presidente dell’Ass. Garibaldini per l’Italia, Arch. Paolo Macoratti, la Presidente dell’Ass. Naz. Garibaldina, Sig.ra Maria Antonietta Grima Serra, il Direttore dell’Ist. di Studi Internaz. G. Garibaldi, Prof. Franco Tamassia.
Saldare l’amicizia tra i popoli europei nel segno di Giuseppe Garibaldi, esempio di grande onestà, umanità e umiltà, come è stato ricordato nell’intervento del Dott. Fitzner, è compito di tutti coloro che credono nei valori più alti del progresso umano; valori che è indispensabile possedere in questa epoca tormentata da guerre e minacce di guerre.
Quando si decide di essere utili alla cittadinanza, di mettersi a servizio della comunità, si raggiungono risultati eccellenti. E’ quanto abbiamo visto ieri a Roma, nel XII Municipio della Capitale, ove, per volontà dell’Assessore alla Cultura del Comune Giovanna Marinelli, della Presidente del Municipio XII Cristina Maltese, con l’opera del bravissimo artista della modernità David Diavù Vecchiato, è stata inaugurata l’immagine di Cristina Trivulzio di Belgioioso, “immortalata” sulla Scalea Ugo Bassi, che da Piazza Ippolito Nievo porta a via Dall’Ongaro (Monteverde Vecchio).
Per la prima volta, dopo 166 anni, il Padre Ugo Bassi e Cristina di Belgioioso si riabbracciano. Questi due grandi protagonisti della Repubblica Romana del 1849, che si erano lasciati dopo aver assistito, entrambi, alla morte di Goffredo Mameli nell’Ospedale “Trinità dei Pellegrini”, sono di nuovo insieme per testimoniare la loro fede nell’Italia unita e nella democrazia. Grazie a questa iniziativa, che ha avuto anche il supporto dell’opera dell’Assessore alle politiche culturali del XII Municipio, Tiziana Capriotti, e di Giada Bazzurri, i cittadini potranno essere sollecitati, attraverso la visione di questo enorme quadro, ad approfondire la conoscenza di una grande patriota della nostra storia.
Tra il pubblico, i Soci dei “Garibaldini per l’Italia”. Da sinistra a destra: Monica Simmons, Silvia Mori, Riccardo Conte, Gianni Blumthaler, Alcide Lamensa – Nella foto al centro, la Presidente del Comitato di Quartiere Monteverde Quattro Venti, Licia Perelli (a sinistra) e il Presidente dell’Ass. Garibaldini per l’Italia Paolo Macoratti (a destra)
Una donna, la Belgioioso, che ebbe il coraggio, utilizzando il proprio ingente patrimonio, di prodigarsi per elevare le classi più deboli della società di allora – i contadini - attraverso l’istruzione e il miglioramento della qualità della loro vita. Coraggio che le costò forti critiche dall’aristocrazia milanese di cui faceva parte, e anche di illustri letterati, tra cui, in primis, Alessandro Manzoni. Ma Cristina non si stancò mai di perseguire i suoi obiettivi; lo fece anche in Turchia, ove si era rifugiata, passando per la Grecia, dopo la fine della Repubblica Romana: lì fondò una azienda agricola insieme ai fuoriusciti patrioti italiani, non tralasciando di “curare” il benessere dei suoi dipendenti e delle loro famiglie. Ma la Belgioioso, oltre alle imprese della Repubblica Romana (fu coordinatrice degli ospedali e delle ambulanze, e “ideatrice” dell’infermeria femminile) e, in precedenza nel 1848, delle Cinque Giornate di Milano, fu anche imprenditrice, giornalista, scrittrice, fondatrice a Parigi di giornali e di due salotti letterari Il suo instancabile desiderio di migliorare la condizione umana, così ben espresso nell’attenzione riservata ai contadini, si concretizzò anche nell’aiuto economico dato alla causa dell’indipendenza italiana, a parenti e amici in stato di bisogno, anche con coloro che si erano comportati molto male nei suoi riguardi.
Proclamatasi fervente repubblicana, Lei, fior fiore dell’aristocrazia monarchica, fu lungimirante, come Giuseppe Garibaldi, nel riconoscere al Regno Sabaudo l’unica possibilità di realizzare in tempi brevi l’unità del Paese, pur avendo finanziato uno dei tentativi di Mazzini, purtroppo fallito, di sollevare il Popolo con un atto rivoluzionario. Durante la sua movimentata esistenza non mancò di riconoscere alle donne, con le quali venne a contatto, soprattutto tra le più umili e indifese, il ruolo importante che avevano avuto, mai completamente riconosciuto, nella costruzione dell’unificazione nazionale, e non solo. Ad esse dedicherà un saggio: “Della presente condizione delle donne e del loro avvenire”, che non si rivolgeva certo alla sua condizione privilegiata, ma a quella della maggioranza delle donne di allora, che tanto soffrirono per la loro emancipazione.
Il Presidente Paolo Macoratti , nella sua breve esposizione sulla figura di Cristina di Belgioso, ha voluto citare un brano di quel testo, rivolto a tutte le donne di oggi:
“Vogliano le donne felici ed onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto tratto il pensiero ai dolori ed alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai goduta, forse appena sognata felicità”.
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IL FILMATO DELLA CERIMONIA:
https://www.youtube.com/watch?v=0Ntee5oAs80
Fotografie di Gianni Blumthaler e Deborah Cennerilli
VISITA AL MUSEO DELLA REPUBBLICA ROMANA E DELLA MEMORIA GARIBALDINA, condotta dalla Direttrice Mara Minasi
VISITA AI LUOHI DELLE BATTAGLIE, condotta dal Presidente Paolo Macoratti coadiuvato da Monica Simmons, Enrica Quaranta e Maurizio Santilli
Hanno partecipato le Maestre e gli Alunni della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo di Via Crivelli, i Professori e gli Alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto ”Servantes”, della Scuola ”Giuseppe Gioacchino Belli” e della Scuola “Arturo Toscanini”.
PREMIAZIONE DEI VINCITORI Al SACRARIO DEI CADUTI PER ROMA
SCUOLA MEDIA CERVANTES
3° CLASSIFICATO - Javier Mella e Tim Solés
C.mo amico……Il nemico era armato di carabina e pugnale, e i pochi colpi utilizzati ci hanno dimezzato, permettendo ai francesi di finirci con le sole baionette. Sembrava la fine per il nostro avamposto e le nostre vite, ma come per miracolo i rinforzi sono arrivati in nostro soccorso per salvarci, e anche se la postazione è perduta, io sono ancora vivo, pronto per un’altra battaglia contro i Francesi.
2° CLASSIFICATO – Paula Gonzalez e Iro Tsoutsa
Carissimo sconosciuto…….Più o meno un mese fa ho cominciato a notare che le cose cambiavano. Le strade erano piene di persone che si lamentavano, ma non capivo nulla. Mi sono svegliato la mattina del 3 Giugno un po’ prima del normale perché ho sentito dei rumori. Ho guardato attraverso la finestra e ho visto “La Catastrofe”. Tutti correvano in cerca di un luogo di rifugio….
1° CLASSIFICATO – Elena Mina
Carissimo Andrea…….Un mio compagno mi ha salvato la vita ma con mio grande dolore una pallottola ha colpito in pieno il suo grande, caldo e generoso cuore. Non mi è mai successa una cosa simile ed è stata la prima volta che mi sono sentito veramente importante. In fondo, ho pensato che se mi ha salvato la vita, la mia esistenza avrà sicuramente un grande valore.
SCUOLA MEDIA G.G. BELLI – III F
3° CLASSIFICATO Pari merito – Arianna Calleri
Mio caro amico…..30 Aprile 1849 – Oggi abbiamo ottenuto una vittoria; tutta Roma e la Repubblica hanno guadagnato un trionfo, mio caro amico. Noi giusti e leali uomini abbiamo dato in dono le nostre vite alla Repubblica, abbiamo sacrificato la nostra vera anima a quella della Repubblica Romana affinché questo giorno potesse essere ricordato come una delle date più importanti della storia d’Italia…
3° CLASSIFICATO Pari merito - Francesco Ferranti
Cara Lisa….Vedo i miei compagni morire sotto i miei occhi; abbiamo molti feriti, ma non ti preoccupare per me perché io sto bene…. . Ho assistito a molti atti eroici di soldati ma anche di civili che vogliono resistere per il bene di Roma e della Repubblica. Ho ancora viva nei miei occhi l’impresa di una giovane donna poco più che ventenne che, dopo aver combattuto come un uomo, si è arresa ad un colpo di cannone che l’ha colpita al fianco.
2° CLASSIFICATO – Tommaso Luciani
Carissimo Giuseppe…..Ieri sono stato ferito in combattimento a causa di un colpo di fucile sparato da un francese; forse questa ferita mi costerà una gamba! Mi hanno portato in questa chiesa che ora funge da ospedale; mi commuovo a vedere che anche le donne di ogni classe sociale aiutino i soldati feriti. Anche loro combattono insieme a noi per proteggere questa Repubblica…
1° CLASSIFICATO – Olga Trasarti
Carissima mamma, scusami per il dolore che forse ti darò, ma ho preso la mia decisione e seguirò Garibaldi per andare a difendere la Repubblica Veneta che ancora resiste agli austriaci. Garibaldi ci ha detto che soffriremo la fame, la sete e rischieremo la morte a ogni passo, ma io sono felice, onorato di continuare le battaglie di mio padre. Affido questa lettera a un mio giovane amico che te la porterà domani. Non piangere mamma, ci rivedremo quando tutto sarà finito. Dai un bacio ai miei fratelli, devono studiare e aiutarti sempre…
SCUOLA MEDIA G.G. BELLI – III M
3° CLASSIFICATO – Antonio Nuzzi
Mamma adorata, quando riceverai la presente lettera sarai già straziata dal dolore! Mamma, catturato dopo la battaglia sul Gianicolo e i bombardamenti francesi del mese di giugno, muoio impiccato dal traditore francese per la mia idea e per il mio appoggio dato in questi cinque mesi alla Repubblica… In questi giorni ho conosciuto Garibaldi e Mameli e l’affermazione delle loro idee è solo rimandata…
2° CLASSIFICATO – Chiara Mangucci
Adorata Rosetta, ……Qui in città dicono stia pe tornà pure er Papa, è solo questione de tempo. Io nun posso più rimanè qui, sto in pericolo! Dopo la battaglia ar Vascello me cercano le guardie, e si, che c’hanno scoperto a me e mi cuggino Cesare che eravamo annati a da ‘na mano ar Generale contro quell’infami dei Francesi. Dopo tutto nun me pare ch’abbia funzionato, mannaggia a loro.
1° CLASSIFICATO – Simone Filieri
Amatissima madre…….. Il nostro eroe Garibaldi, è riuscito a sopravvivere e siamo riusciti a fuggire da Roma con Lui. …. Io sono ancora con Lui e sento forte e imprescindibile l’obbligo morale di tenere sempre vivo il ricordo delle eroiche gesta di questi bambini, donne, patrioti che si sono immolati per la libertà di Roma. Io sto bene al solito e mai mi fermo dal marciare, convinto e consapevole di essere poca cosa rispetto alla nostra Patria al cui ideale voglio consacrare la mia vita.
SCUOLA MEDIA ARTURO TOSCANINI – III G
2° CLASSIFICATO – Orazio Masala
Caro Enea,……….In questo momento ti scrivo perché voglio solo confermare che ciò che succede è vero; voglio volare via e non fermarmi mai, ma purtroppo solo gli uccelli possono farlo…. La Repubblica Romana non durerà molto…. Io non voglio uccidere e nemmeno morire ma voglio difendere i miei pensieri. Perché sono i miei pensieri che mi impediscono di scappare: io credo in un’Italia repubblicana dove tutto è di tutti e non ci saranno più guerre di ogni tipo, e dove i bambini non devono stare in pensiero per i loro amici o per i propri genitori…..
1° CLASSIFICATA – Laura Spina
Carissimo parente….. Ogni tanto penso a come era Roma prima della guerra e devo dire che qualcosa di positivo in queste battaglie c’è, perché si vede l’amore per un ideale comune, condiviso, e la speranza dei nostri soldati di poter vincere…sui francesi…. Ogni tanto sento cantare degli Inni, tra cui quello composto da Mameli ed alcuni scritti da giovani studenti: sono molto belli ed esprimono il desiderio di ciascuna persona che li canta di avere un Paese libero.
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Garibaldini per l’Italia ha conferito a Leandro Mais la tessera di Socio Onorario n° 05/o. Mercoledì 4 febbraio 2015, alla presenza del Presidente Paolo Macoratti, dei soci Monica Simmons e Gianni Blumthaler, e della moglie Maria Pia Rosati Mais, sono stati consegnati a Leandro la tessera, il fazzoletto sociale e una targa ricordo. La riproduzione dell’immagine del retro-targa è stata autorizzata dallo scultore Gabriele Di Maulo.
MOTIVAZIONE TESSERA ONORARIA N° 05/O
Per Mais Leandro, ricercatore storico e collezionista
Il Consiglio Direttivo. in conformità agli artt. 7 e 4 dello Statuto ha deciso all’unanimità di concedere a Mais Leandro la qualifica di Socio Onorario dell’Associazione Garibaldini per l’Italia,
per l’impegno costante dedicato allo studio dei documenti e dei reperti del Risorgimento italiano, con particolare riferimento alle imprese eroiche di Giuseppe Garibaldi.
Si riconosce a Leandro Mais il merito di aver arricchito con scrupolose, appassionate e approfondite indagini il patrimonio della cultura storica italiana; di aver gratuitamente e generosamente rese accessibili le sue collezioni perché fossero divulgati i valori civili e umani in esse contenuti; di aver favorito attraverso la ricerca della verità storica l’educazione delle giovani generazioni
LUNEDI’ 9 FEBBRAIO 2015 – ORE 11,30
Per non dimenticare gli uomini che hanno costruito le basi del nostro progresso civile
La “Società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi”,
l’ “Associazione Nazionale Garibaldina”,
l’Associazione “Garibaldini per l’Italia”,
l’ “Istituto di Studi Internazionali Giuseppe Garibaldi”
CELEBRERANNO IL 166° DELLA PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849
Roma – Mausoleo – Ossario di Via Garibaldi, 29/e
Fotografie di Gianni Blumthaler
Ed ecco i ribelli, gli impazienti, i generosi che non vogliono mordere il freno: ecco le piccole sante minoranze che sanno tutto osare e dare anche la vita per il loro ideale. Quanta gratitudine deve l’Umanità a queste minoranze spesso fuori legge, ma devotissime sempre alla legge del dovere per la conquista di mète luminose. I benpensanti e i calcolatori non possono né potranno mai comprendere costoro, perché ovattati di opportunismo e di freddezza, se non spesso di inconfessabile viltà..
Asterio Mannucci – Ai Caduti per Roma 1849/1870 - Villa Glori – Rivista Capitolium
Appuntamento 23 Ottobre 2014 – Ore 11,00
Interno di Villa Glori – Piazzale del Mandorlo
Garibaldini per l’Italia, con:
Associazione Nazionale Garibaldina – Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe Garibaldi”.
Nelle immagini gli alunni della Classe III F della scuola G.G. Belli di Roma, guidati dal socio garibaldino Prof. Carlo Felici
Il 7 Agosto 2012, le ossa di Paolo Narducci, 20 anni, ufficiale artigliere caduto il 30 Aprile 1849 sui bastioni di Santa Marta (lato occidentale dei Giardini Vaticani), primo dei migliaia di caduti per la difesa della Repubblica Romana, sono state tumulate finalmente nel Sacrario Gianicolense che accoglie le spoglie di Mameli e altri 187 caduti per Roma, la maggior parte anonimi. E’ stata lunga la sua permanenza al Verano: 163 anni! Grazie all’interessamento dei discendenti e della Dottoressa Cinzia Dal Maso, oggi questo giovane romano può riposare accanto ai suoi fratelli d’armi e d’ideali.
Come spesso accade, nessuna risonanza, né mediatica, né politica, eccetto la cortese disponibilità della responsabile del Sacrario Gianicolense, Dott.ssa Francesca Bertozzi e del personale di custodia. Eppure la sua giovane vita è stata sacrificata per quelle idee che hanno fatto grande il nostro Paese e che oggi dobbiamo necessariamente rilanciare con fermezza per rifondare una società che ha perso la bussola delle sue radici più nobili e profonde.
La vita di Paolo Narducci è stata esemplare e assume maggior valore se comparata con quella dei militari che non aderirono, come lui fece senza esitazione, alle forze militari della Repubblica Romana, minacciata da ben quattro eserciti europei. Di questi “rifiuti”, spesso opportunistici, è utile ricordare quello dell’Architetto Andrea Busiri Vici che dalle vicende belliche trasse grandi vantaggi, consistenti in prestigiosi incarichi professionali che Pio IX, riconoscente, gli elargì durante la restaurazione dello Stato della Chiesa (Edicola ai caduti Francesi e Arco dei Quattro Venti, all’interno di Villa Pamphili..).
La strategia dell’ esercito francese prevedeva lo sfondamento di Porta Pertusa, da un lato, e l’ingresso da Porta Angelica dall’altro, per ricongiungersi poi insieme a Piazza San Pietro. La resistenza accanita di Narducci e compagni sul bastione di Santa Marta scombinò l’iniziativa francese, contribuendo a favorire il contrattacco repubblicano, con la vittoria che mise i Francesi in fuga verso Castel di Guido.
La cronaca
All’alba del 30, deposti i sacchi alla Maglianella, Outinod si accostò a Roma. Qual fosse il suo disegno di guerra lo dice un foglio trovato in tasca di un ufficiale francese estinto. Il colonnello Masi trasmise questo foglio al governo. Egli si proponeva di dividere il corpo in due colonne; con una assalire Porta Cavalleggeri, con l’altra Porta Angelica: punto di riunione la piazza di S. Pietro. Secondo alcuni militari di vaglia fu sbagliato, e il disegno di attacco e il moto. I punti del doppio assalto meditato distavano 630 metri l’uno dall’altro entro la città. E in Piazza S. Pietro le riserve romane erano pronte ad accorrere o a porta Angelica o a porta Cavalleggeri; mentre la distanza esteriore tra le forze nemiche superava i 2400 metri, i quali, considerata la tortuosità delle strade, diventavano quasi 4000. Giunti prima dell’alba, i francesi presero la via di porta Cavalleggeri, spingendo i volteggiatori a dritta in luoghi scoscesi e selvosi, e i cacciatori di Vincennes sulle alture a sinistra. Allo spuntar del nemico, Avezzana dalla vedetta sulla cupola fece suonare a stormo tutti i campanili. In un attimo i ripari e i bastioni nereggiarono di popolo il quale aveva ottenuto armi dal ministro della guerra; e quanti non le ottennero si accontentarono di trasportare feriti e morti o di recare provviste da fuoco e da bocca; e le ardite donne di Trastevere incoraggiavano i mariti e i fratelli e mandavano i figli adolescenti al battesimo del fuoco. Giunto il nemico a 150 metri dalle mura, i bravi artiglieri dal bastione di S. Marta diretti dal Calandrelli diedero il primo saluto ai cacciatori, i quali risposero con colpi così ben aggiustati che cadde morto il tenente Paolo Narducci, romano, primo martire della Repubblica, e furono feriti mortalmente Enrico Pallini, aiutante maggiore, e altri artiglieri. Ma trovatisi sotto i fuochi incrociati delle mura e del Vaticano, collocarono una controbatteria a 360 metri, micidialissima. La colonna nemica non poté avanzare, ma fece coi pezzi e colle carabine una strage terribile: caddero in un colpo Della Vedova, morto, il capitano Pifferi, il tenente Belli, il sottotenente Mencarini, il maresciallo Ottaviano, feriti; e finalmente fu smontato un cannone romano. Il popolo portò via i morti e feriti; ed altri prendevano il posto dei caduti senza ombra di timore o di confusione, Mancando gli artiglieri, supplirono i soldati di linea, e caddero il belga Leduell e i caporali De-Stefanis e Lodovich. La prima brigata sotto Moliére ebbe ordine di spingersi alle mura, ma gli artiglieri raddoppiarono gli sforzi, e le colonne di Marulay e Banat dovettero ripiegare a dritta. Irritato, Oudinot fece piantare altri due cannoni: due volte si batté la carica dai francesi; ma essi dovettero desistere e ritirarsi tutti.
L’associazione Garibaldini per l’Italia ha accolto e onorato con spirito fraterno i gloriosi resti del Tenente di artiglieria Paolo Narducci.
Con una cerimonia semplice ma intensa, resa possibile dalla commozione partecipata dei discendenti di Paolo Narducci, di Cinzia Dal Maso e di sua figlia, delle Dottoresse Bertozzi e Romaniello della Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, del custode Panichelli, dei Soci Garibaldini Monica Simmons e Gianni Blumthaler, dal Vice Presidente Alberto Mori e dal Presidente Paolo Macoratti, si è conclusa una vicenda nata dalla volontà popolare che riscatta con l’impegno della memoria il sacrificio dei propri martiri.
LE IMMAGINI