Articoli marcati con tag ‘Grande Guerra’
“I giovani del terzo millennio, vittime di una società non più in grado di apprezzare il profondo valore delle virtù umane, sostituite da una tendenza sempre più incline a privilegiare l’interesse individuale a spese dell’integrità della coscienza, o ad anteporre il vantaggio personale all’altrui bisogno, hanno perso le tracce di Giuseppe Garibaldi: uomo esemplare, campione di virtù umane e civili”.
In opposizione all’incompetenza dei detrattori, ma rivolta con interesse all’attenzione dei curiosi, la raccolta antologica ha voluto documentare, attraverso una selezione degli scritti di ventisei testimoni oculari, noti e meno noti, la predestinazione alle grandi imprese e le doti spirituali possedute da Giuseppe Garibaldi, dimostrate sia nei risultati dell’incredibile opera compiuta, sia nel suo rapporto con tutti gli esseri viventi. E ne ha evidenziato l’aspetto fisico, il carisma, il pensiero, la religione, la cultura, le virtù, l’agronomia, l’animalismo e l’umanità.
Il testo è preceduto da una breve cronologia della vita dell’eroe e da sintetiche biografie dei testimoni.
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La forza trainante – Storie di uomini speciali e sogni realizzati a rischio utopia
a cura di Paolo Macoratti
Fermarsi; tornare indietro e ritrovare le persone che hanno arricchito la nostra vita. Lo spazio fisico che occupiamo, la volontà che produce movimento e le nostre azioni che lo realizzano lasciano su questa terra un campo immateriale, un vortice che coinvolge altri esseri umani.
Un architetto racconta progetti, esperienze di vita e di lavoro condivise con il neurologo Giorgio Albertini e il giornalista Mino Damato; due “garibaldini” del nostro tempo, animati da un’energia combattiva indomabile, straordinariamente benefica, messa a disposizione dei bambini; di tutti quei bambini bisognosi di cure materiali e spirituali. Percorsi umani, esempi positivi nati per cambiare una mentalità, una società dominata da una cieca e arida burocrazia che impedisce di soddisfare adeguatamente i reali bisogni dei cittadini più deboli.
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Da Volontario a Cospiratore – memorie di Umberto Macoratti
a cura di Paolo Macoratti
La storia di un volontario della Grande Guerra, saldamente legato ai valori risorgimentali, narrata attraverso memorie, lettere e documenti inediti di avvenimenti del secolo scorso, di cui fu testimone e protagonista: dalle prime rivendicazioni sindacali delle filandiere friulane del 1910, a pagine inedite della Prima Guerra Mondiale; dall’attentato a Mussolini del 1925, alla guerra d’Africa del 1936; da alcuni episodi della Resistenza Romana del 1943, ai movimenti per la Pace degli anni ’50 e ’60.
Nel libro (211 pagine, 97 illustrazioni in b/n e 223 nomi citati) sono presenti argomenti di notevole interesse storico, come la breve storia del movimento antifascista d’ispirazione garibaldina denominato “Italia Libera” (1924), le descrizioni del fallito attentato contro Mussolini del 4 Novembre 1925 (con pagine dedicate ai rapporti tra l’autore delle memorie, l’On. Tito Zaniboni, ideatore del complotto, e il delatore Carlo Quaglia), oltre al racconto delle udienze del Tribunale Speciale e del Consiglio di Disciplina Militare; ma anche i primi anni del dopoguerra repubblicano: le conferenze mondiali del movimento dei “Partigiani della Pace” e dei “Cristiani progressisti”, e quelle nazionali e internazionali del movimento cattolico “Pax Christi”.
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Giuseppe Garibaldi in 152 lettere e documenti autografi
a cura di Paolo Macoratti e Leandro Mais – Prefazione di Mara Minasi
Una raccolta di lettere (50 edite, 99 inedite, 3 documenti) autografe provenienti dalla collezione Leandro Mais di Roma, corredata da 106 nomi citati, 80 note biografiche, 59 icone fotografiche, 38 illustrazioni. L’indole fiera e battagliera del patriota, capace di sovvertire il mondo e rimanere fedele ai più alti valori del progresso civile e sociale dell’umanità, in un epistolario inedito in cui emergono le grandi virtù dell’Eroe dei due mondi.
Un libro utile per storici e ricercatori, ma anche per politici, insegnanti, studenti e famiglie.
Prezzo di copertina € 25,00 + spese di spediz. (1 copia € 4,63 – da 2 a 4 copie € 6,30)
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La Prima Guerra Mondiale scoppiò quando il secolo XX era iniziato con grandi speranze di pace. Nessuno avrebbe mai immaginato l’immane catastrofe che in breve tempo avrebbe coinvolto i popoli del mondo intero; nessuno eccetto qualche voce profetica fuori dal coro. La profezia, è bene ricordarlo, non è un dono divinatorio, ma la capacità di sintesi che intellettuali di grande spessore culturale riescono a praticare mettendo insieme fatti, esperienze, informazioni storiche e del mondo contemporaneo. Uno di questi fu l’economista russo-polacco Ivan S. Bloch che nel 1898 scrisse l’opera in sei volumi “Modern War and Modern Weapons”, nella quale preannunciò, con motivazioni inconfutabili, gli effetti devastanti che avrebbe causato una guerra moderna, alla luce delle nuove invenzioni tecnologiche. Purtroppo il suo grido d’allarme fu ignorato e il mondo precipitò nell’abisso più nero; un disastro che innescherà il comunismo e il fascismo e creerà i presupposti per lo scoppio della seconda Guerra Mondiale. Dopo l’attentato di Sarajevo del 28 Giugno 1914, in cui il terrorista serbo Gavrilo Princip uccise l’arciduca erede al trono dell’impero austro-ungarico Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia, gli eventi precipitarono molto rapidamente. L’irredentismo Serbo, sostenuto dalla Russia, mirava alla costituzione di una nazione degli slavi del sud (successivamente Jugoslavia), il cui primo passo sarebbe stata l’annessione della Bosnia Erzegovina a danno dell’Impero Austro-Ungarico. L’imperatore Francesco Giuseppe, appoggiato dalla Prussia (paese membro insieme all’Italia della Triplice Alleanza), decise d’intervenire anticipando il proposito di unificazione, prima attraverso un ultimatum alla Serbia le cui clausole violavano apertamente la sua integrità territoriale, poi dichiarandole guerra il 28 Luglio. L’effetto domino di coinvolgimento delle potenze europee fu immediato. L’Italia, poiché non era stata informata degli accordi che prevedevano l’entrata in guerra e giudicando tale comportamento una violazione del patto, si era inizialmente dichiarata neutrale attraverso iniziative del primo Ministro Antonio Salandra e del ministro degli Esteri Antonino di San Giuliano, poi sostituito da Sidney Sonnino. Successivamente, dopo una serie di trattative con gli Stati dei due schieramenti per ottenere le migliori concessioni territoriali che giustificassero il suo intervento, entrò nel conflitto dieci mesi dopo l’inizio delle ostilità, alleandosi con la Triplice Intesa (Francia, Russia e Inghilterra).
Anche il movimento socialista internazionale, che fin dall’inizio si era dichiarato contrario alla guerra, dovette ben presto fare i conti con i nazionalisti: tedeschi e francesi finirono per schierarsi con i governi dei loro due paesi, mentre i socialisti italiani e quelli russi optarono per la neutralità. Il fatto che favorì l’accelerazione delle posizioni interventiste fu l’uccisione, il 31 luglio, del leader socialista e pacifista francese Jan Jourès ad opera di un nazionalista favorevole allo scontro tra Francia e Germania. In Italia l’opinione pubblica si spaccò in due: inteventisti e neutralisti. Da un lato la destra nazionalista e filo teutonica, i repubblicani, i radicali e i sindacalisti rivoluzionari; dall’altro i socialisti, i cattolici e i liberali giolittiani. Sia i socialisti riformisti, capeggiati da Filippo Turati, che i massimalisti di Benito Mussolini, optarono per la neutralità . Dopo l’invasione del Belgio neutrale e la scesa in campo dell’ Inghilterra in sua difesa, alcuni interventisti di area socialista come Gaetano Salvemini, Ivanoe Bonomi, Leonida Bissolati, preoccupati del nascente potere autoritario e militarista dell’Austria-Ungheria e della Germania, si schierarono con la corrente detta dell’ “interventismo democratico”, orientata a sostegno di Francia e Inghilterra, stati a fondamento democratico. In questa fase nacque, soprattutto tra le file repubblicane a radicali, la corrente dell’irredentismo e dell’amor di Patria, specialmente in Trentino e in Friuli-Venezia Giulia, come naturale continuazione del Risorgimento per il compimento dell’unità nazionale.
Tra i socialisti italiani prese consistenza una corrente interventista dei cosiddetti “sindacalisti rivoluzionari” (Fratelli Alceste e Amilcare De Ambris, Filippo Corridoni, Angelo Uliviero Olivetti ) che diedero vita al Fascio Rivoluzionario d’Azione, cui aderirà nell’ottobre 1914 il socialista Benito Mussolini, passando repentinamente su posizioni interventiste. Sconfessato dai socialisti e licenziato dalla direzione dell’Avanti, Mussolini fondò il Popolo d’Italia, giornale finanziato da capitali francesi e inglesi, e industriali interessati alle commesse per l’esercito, di chiara impronta interventista, che gli procurò l’espulsione dal partito socialista. Anche l”apocalisse rigenerativa” degli scritti di futuristi come Giovanni Papini e Filippo Tommaso Marinetti contribuiranno a rafforzare le posizioni dei “sindacalisti rivoluzionari”.
L’Italia entrò in guerra contro gli imperi centrali il 24 Maggio 1915.
Paolo Macoratti