Articoli marcati con tag ‘repubblica romana 1849’

    Eccoci ancora qui (Paolo Macoratti, Monica Simmons, Carlo Felici, Antonio Iadevaia, Stefano Dini, Alexej Santagati), in tempi difficili e oscuri, a rinnovare la nostra vicinanza ai martiri del Risorgimento, a riconfermare ideali che non possono tramontare per effetto di un sistema che ha perso il senso dell’orientamento ma che continua a cercare disperatamente la forza per rialzarsi e costruire il futuro. Una generazione, quella del 1849, sacrificata sull’altare della Patria e unita in un unico pensiero, in quel “principio d’amore” che Mazzini aveva trasferito nei giovani come Mameli, quando cercava di dare una definizione al concetto di Repubblica, o a quello di Patria, e asseriva che il Voto, l’Educazione e il Lavoro sono le tre colonne fondamentali della Nazione.  

        Una generazione, la nostra, che deve ricostruire quel principio d’amore, la Patria, l’Educazione, il Lavoro e la socialità, lo stare insieme senza timori, senza la paura di toccare o abbracciare un fratello, un amico, un semplice conoscente. Così concludeva Mazzini: “Non abbiate posa finché (queste tre colonne) non siano per opera vostra solidamente innalzate”. Questo è e sarà sempre anche il nostro dovere.

Ci siamo sempre!

In “vigile attesa”.. di tempi migliori, il nostro pensiero è oggi rivolto ai martiri italiani della Repubblica Romana del 1849, degnamente rappresentati dal suo primo caduto: Tenente Paolo Narducci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

https://www.garibaldini.org/2020/04/30-aprile-1849-2020/

Cari amici, con questo  link  vogliamo ringraziare la nostra socia Annalisa Venditti per aver dato voce, attraverso la trasmissione di Raitre “Chi l’ha visto”, alla notizia del vandalico gesto avvenuto a Roma, all’interno del parco del Gianicolo, che ha danneggiato due busti dei Patrioti della Repubblica Romana del 1849: Melchiorre Cartoni ed Enrico Guastalla .

Ci uniamo all’appello lanciato da Carla Cartoni, pronipote di Melchiorre, per acquisire informazioni a riguardo.

https://www.facebook.com/chilhavisto/videos/10155978426973001/

                                                                                                                                                                       Immagine foto-realistica dell’Arco dei Quattro Venti a Roma

 

di Leandro Mais

ROMA -  NATALE 2017

In questi giorni freddi e piovosi di Dicembre in Roma, ho visto ferma nella Piazza del Campidoglio una slitta con un enorme pacco, e quattro renne: ma dove era Babbo Natale? E che cosa conteneva quell’enorme pacco abbandonato? E perché era lì fermo, e chi aspettava?

Sono tornato a casa e misteriosamente ho trovato seduto in poltrona un vecchio Babbo Natale che mi ha raccontato questa storia. Caro Signor Leandro come lei mi aveva ordinato tre anni fa ho portato il suo regalo al Comune di Roma, ma fino ad oggi il suo voluminoso dono non è stato ritirato e le renne con il pacco stanno aspettando sulla Piazza del Campidoglio qualcuno che lo venga a prenderei. Dato che io ho molti impegni e pensando che forse lei lo vorrà donare ad altro indirizzo sono venuto per sapere cosa ha deciso in merito. Poi, prima che io potessi rispondere alla sua domanda mi ha chiesto cortesemente se potevo dirgli cosa contenesse il mio voluminoso dono.

In maniera molto breve gli risposi che, avendo raggiunto quasi la sua età, avevo pensato di donare ai cittadini romani la mia collezione (raccolta in più di 50 anni di ricerche) su quel grande personaggio che dedicò tutta la vita  per ridare al popolo di Roma e a Roma stessa la grandezza che aveva avuto nei secoli passati: Giuseppe Garibaldi. Alla mia idea si univa anche la generosità di un mio amico architetto che avrebbe gratuitamente indicato in un progetto lo spazio necessario ad accogliere l’intera collezione, oltre alla ricerca di sponsor che ne avrebbero finanziato la realizzazione.

Il buon vecchio barbuto mi guardava in silenzio con aria meravigliata, ma quando aggiunsi un particolare di come era iniziata tutta la storia (marzo 2015), e cioè che la precedente Amministrazione Comunale avrebbe dato la disponibilità ad inserire nel manufatto esistente sul Gianicolo (l’Arco dei Quattro Venti da, diversi anni inutilizzato) un MUSEO GARIBALDI da realizzare col materiale della donazione, sgranò i suoi grandi occhi azzurri. L’encomiabile proposta della precedente Amministrazione faceva ben sperare in una rapida soluzione. Una volta tanto si poteva vedere realizzata un’opera culturale in un luogo appropriato storicamente (perché il luogo era quello dove si combattè l’ultima pugna cruenta della Repubblica Romana del 1849).

 A chiusura del discorso dissi a Babbo Natale queste ultime parole:” finalmente il popolo di Roma nonché gli Italiani e il Mondo tutto avrebbero potuto avere con nessuna spesa la possibilità  di visitare un Museo completamente dedicato all’Eroe dei Due Mondi. Ma il vento della politica portò un cambiamento di pensiero e tutto rimase un sogno non più realizzabile. A queste mie ultime parole il  buon vecchio risgranò gli occhi e gridò: ”No! Non è possibile”..; dopo di che la sua presenza svanì dalla mia vista, ma l’ultima immagine fu quella della michelangiolesca piazza del Campidoglio deserta: le renne col grande pacco non c’erano più ed io mi svegliai. Capii allora che avevo rivisto in sogno una realtà veramente vissuta negli ultimi tre anni e che si era tristemente conclusa negli ultimi giorni di fine anno.

PREMIAZIONE CONCORSO “ALBERTO MORI”

 

L’ASSOCIAZIONE GARIBALDINI PER L’ITALIA, IN  OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DEL 168° ANNIVERSARIO  DELLA BATTAGLIA DEL 30 APRILE 1849 IN DIFESA DELLA REPUBBLICA ROMANA, PROMUOVE, IN COLLABORAZIONE  CON IL MUSEO DELLA REPUBBLICA ROMANA E DELLA MEMORIA GARIBALDINA, L’INIZIATIVA DEDICATA ALLA SCUOLA

SCUOLE ROMANE PARTECIPANTI

Scuola Elementare – Ist. Comprensivo “Via Crivelli”

Scuole Medie – “G.G. Belli” – “Cervantes”

In un clima di corale partecipazione alla celebrazione del 168° anniversario della battaglia del 30 Aprile 1849 – anticipata al 28 Aprile 2017 per favorire la presenza degli studenti - si è conclusa la quarta edizione del Concorso “Alberto Mori – garibaldino del terzo millennio“, dedicato alle scuole.    

Si ringraziano:

la Responsabile del Museo della Repubblica Romana e del Mausoleo Ossario Gianicolense, Dott.ssa Mara Minasi

 le Insegnanti della Scuola Primaria Crivelli: Anna Materiale, Silvia Racheli, Paola Gennero

 l’Insegnante della Scuola Secondaria di Primo Grado “Cervantes” Daniela Manna

 l’Insegnante della Scuola Secondaria di Primo Grado Carlo Felici e Giovanni Minichillo

I soci, per la presenza e la partecipazione: Monica Simmons, Orietta Citoni, Maurizio Santilli, Stefano Dini, Carlo Felici, Valentina Ferrante, e la socia Onoraria Cinzia Dal Maso

La Commissione giudicatrice, composta dal Presidente Paolo Macoratti, dalla Segretaria Monica Simmons e dalla Prof.ssa Orietta Citoni, ha riscontrato  l’ottimo livello degli elaborati, soprattutto per la variegata personalizzazione dei fatti di cronaca e degli avvenimenti storici. Sono risultate particolarmente interessanti: la descrizione storica puntuale, il racconto della guerra visto dalla parte dei Francesi, l’esaltazione dell’Eroismo e del sentimento, la partecipazione popolare, la determinazione degli assediati, le riflessioni sull’inganno del Generale Oudinot  e il Valore della conquista della libertà.

 Molte lettere scritte dai ragazzi si sono soffermate sull’atrocità della guerra. C’è stato anche chi ha “suggerito” ai Francesi che lo scontro con la R.R.  si sarebbe potuto risolvere pacificamente con la diplomazia. Questo problema è ancora attualissimo, se pensiamo alle guerre in atto e alle conseguenze inimmaginabili di un possibile conflitto nucleare; e molti ragazzi  hanno colto questo aspetto: la ricerca di una soluzione incruenta delle controversie internazionali! Il risultato di questa esperienza didattica è dunque un messaggio di pace e di speranza. Ringraziamo insegnanti e studenti per il prezioso contributo.  

Si riportano alcuni passi dei componimenti dei premiati:

SCUOLA “CRIVELLI”

 CLASSE V^ A

 

3° CLASSIFICATO                               GIORGIONI ADRIANO – RINNA GAIA

                                                           ” La prima a rispondere è stata la Francia che è sbarcata il 30 aprile con 15.000 uomini a Civitavecchia con la scusa di difenderla.  Il popolo, scoperto l’inganno, ha preparato la difesa con un certo Garibaldi che è intenzionato a difendere ad ogni costo la democrazia, la libertà, la Repubblica. So che, sempre lui, è riuscito a sconfiggere le truppe borboniche arrivate dai Castelli Romani”.

 2° CLASSIFICATO:                              SCOGNAMIGLIO BEATRICE – CARPI EMILIO

                                                              ”Cara Rosalinda, anche se siamo su due fronti diversi volevo farti le mie condoglianze per la morte di tuo marito. Ti assicuro che non è defunto invano: mi ha salvato la vita. Sento il dovere di raccontarti come è andata. Era la notte tra il 29 e il 30 aprile; quando sentimmo alcuni colpi di fucile. Il generale Oudinot incaricò me, François, Pierre e Jacques di andare a vedere cos’era successo. Uscimmo dall’accampamento e dopo aver percorso un centinaio di metri ci trovammo di fronte sette corpi senza vita e tre feriti, tra cui tuo marito Alfredo”.

 1° CLASSIFICATO                                CARPI EMILIO – MONACO TOMMASO

                                                          ” Il 30 aprile 1849 i Francesi ci attaccarono. Osservai impaurita la battaglia dalla finestra. Palle di cannone attraversavano il cielo come uccelli impazziti; le urla che si udivano erano così potenti e colme di dolore che sembravano i ruggiti di un leone colpito dalla pallottola di un bracconiere; il rumore delle palle di cannone e dei colpi di fucili che venivano sparati uniti al sangue che schizzava da tutte le direzioni creavano una tempesta infernale; insomma, per farla breve, era uno spettacolo orribile che non auguro a nessuno di vedere. Il campo di battaglia era pieno di soldati morenti e alla loro vista sentii forte dentro di me il richiamo di doverli aiutare: scelsi così di fare l’infermiera”.

 CLASSE V^ B

 

3° CLASSIFICATO                               MEZZANOTTE ISABELLA

                                                             “Se andrò nell’altra vita sarò felice per quello che ho fatto, perché non tutti hanno il coraggio di spegnere le micce delle bombe, e mi ricorderò sempre di Garibaldi, perché anche lui non ha dato poco, ha dato il massimo per la nostra libertà. Mi ricorderò per sempre di te, perché sei stata, e sei, una vera amica perché, quando eravamo piccole, mi aiutavi quando mi facevo male. Adesso, però, vorrei averti accanto a me perché la ferita è più grande e grave di quelle che mi facevo da piccola, ma la ferita più grande è non averti accanto”.

 2° CLASSIFICATO:                              LOPEZ TERESA

“I Francesi hanno appena bombardato Trastevere, hanno colpito l’ abitazione dove viveva il vostro figlio adottivo: anche a me dispiace tanto. Vostro figlio era scappato, vi ricordate, il primo maggio 1849: voi lo cercaste fino allo sfinimento. Lui era qui a Roma: io lo sapevo ma gli avevo promesso di non dire niente a nessuno, voleva solo combattere”.

 1° CLASSIFICATO -                            FIANCHINI ANNA

” Cara Michelle , amore della mia vita, mia stella del mattino, la notte scorsa il generale Oudinot ci ha fatto compiere uno scandalo così grande che rimarrà ricordato nella  storia come insulto contro la nostra popolazione. Dopo questo racconto non penso sarai molto orgogliosa di me, come neanch’io sono molto orgoglioso di me stesso.  Il generale Oudinot ci convocò tutti quanti a raccolta, chiedendoci di arrivare in divisa e con le armi in mano. All’ inizio non riuscivo a comprendere, poi capii tutto quanto: il generale voleva rompere la tregua di guerra attaccando gli Italiani a tradimento. Io non ero favorevole a questa azione ingiusta, ma non potevo oppormi alle scelte del generale o mi avrebbero condannato a morte”.

CLASSE V^ C

3° CLASSIFICATO                               DAMIANO SIMONE – NZAMWITSKUTSE AURORA

                                                           “Da quando siete partiti, sono cambiate tante cose qui, Roma non la riconoscereste più. Sono tutti indaffarati e corrono da una riunione all’altra per preparare il nuovo Governo. Il nostro Tricolore svetta da molte finestre e la gente è contenta di poter pensare di andare verso nuovi tempi. Non c’è abbondanza, ma ciò che c’è si divide e lo si fa bastare per tutti perché la condivisione è già un segno dei tempi che cambiano”.

 2° CLASSIFICATO:                              DE ANGELIS ALESSIO – KENJI STA ANA

                                                         “Ti vorrei qui con me a combattere contro i Francesi che premono contro le mura per ridare al Papa ciò che ci ha tolto. E’ fuggito, l’infame, ma ha fatto arrivare chi combatte per ridargli ciò che ritiene suo: non lo avrà! Qui combattano Uomini, Donne, Bambini perché non torni più chi li ha oppressi e sfruttati. Siamo stanchi e il cibo scarseggia ma il fervore della gente che respira e assapora Libertà ci sazia!”

 1° CLASSIFICATO -                            D’AMATO MARCO – FALCIANI CRISTIANO

                                                          “I combattimenti sono stati duri e aspre le perdite ma tutti hanno combattuto con coraggio nella convinzione che bisogna cambiare: anche il Papa ha tradito la parola, anche Lui s’è dimostrato Re e non Uomo! Il sangue versato ha il profumo della Libertà che regaleremo ai nostri figli che potranno avere diritti alla nascita che noi abbiamo dovuto riconoscere e conquistare”.

 

SCUOLA “CERVANTES”

3° CLASSIFICATO:                              CECIONI BERNARDO – MATTEI BERNARDO

“Stabilimmo una tregua fino al 4 giugno, ma loro attaccarono la notte del 3 conquistando il casino dei Quattro Venti che per tre volte riuscimmo eroicamente a conquistare e per tre volte fummo cacciati indietro. I francesi più forti di noi in numero e artiglieria riuscirono a sopraffarci. La fame qui è ricorrente e la morte ancor di più, corpi e corpi stesi nelle strade bombardate senza vita, senza un funerale degno, senza aver salutato i propri cari per l’ultima volta. Se solo i francesi si rendessero conto di quanta disperazione stanno portando nel nostro paese, capirebbero che per ottenere degli obiettivi non ci sarebbe bisogno di uccidere tante persone”.

 2° CLASSIFICATO:                              GRECO AURORA                                                    

“Carissimo Emilio Dandolo, ti scrivo questa lettera poco prima di morire, ho aspettato che tu uscissi per scrivertela, in modo che tu non mi potessi vedere. Se ti giunge questa lettera da Bertani, che assisteva alla mia morte, significa che stai per riandare in battaglia, a combattere per questo nostro sogno di una Roma repubblicana. Ti scrivo questa lettera per incoraggiarti a dare il meglio di te e combattere in nome mio e di tutta questa gente che sta perdendo la vita per proteggere quella di qualcun’altro. A parte questo ti auguro buona fortuna, e ti auguro di non fare la mia stessa cruda fine”.

 1° CLASSIFICATO:                              BALDI ELISA

                                                           ”I francesi hanno infranto l’accordo e nella notte tra il due e il tre giugno sono entrati nella città da Villa Corsini cogliendoci di sorpresa. Da lì la loro avanzata a forza di cannonate sulle mura aureliane e urbaniane è stata inarrestabile. Io, dopo la gloriosa vittoria del trenta aprile, mi ero illusa che noi volontari romani, stranieri, adulti, bambini, avremmo realmente fermato e vinto il più forte esercito al mondo, però mi sono dovuta arrendere alla sconfitta del nostro coraggio battuto dalla slealtà di gente senza onore. Sembrava quasi un sogno, un’utopia”.

SCUOLA  G.G. BELLI – III F 

  3° CLASSIFICATO:                  BRAMINI FEDERICO                                                 

Una vicenda che resterà accartocciata nelle pagine del libro del tempo, che scorrono veloci, è vero, ma non si cancellano. E chissà, forse qualcuno, tra molti anni, leggendo il libro della storia, troverà in un angolino della pagina questo messaggio indelebile. Che la libertà contorni un giorno la nostra vita, fratello mio, e state sempre attento a non farvene privare: è un valore che si conquista difficilmente e si perde con la leggerezza di un bene effimero. Pace e libertà fratello! ”                                        

2° CLASSIFICATO:                  CALDERONO MARCO                                                  

Cara Beatrice, non potendo andare in guerra a causa della mia scarsa abilità di utilizzare le armi, ho deciso di sostenere il Popolo Romano in un altro modo, con la mia musica. Ebbene sì, ogni persona in questo momento a Roma sta combattendo o dando supporto in qualunque modo ai nostri valorosi soldati… Io ho deciso di provare a spronare il Popolo con un po’ della mia musica, anche se ci ha già pensato il grande Goffredo Mameli. In questo momento sto finendo di scrivere le ultime note del mio nuovo brano intitolato:”Moriamo liberi”.

1° CLASSIFICATO:                  TERRACINA ELENA                                               

Cara Madre, ti scrivo per raccontarti la tragedia avvenuta ieri, 10 Agosto, giorno in cui il povero Angelo Brunetti, il piccolo Lorenzo di soli 13 anni e Luigi, il mio caro futuro sposo, sono stati uccisi dalle guardie straniere….. Si era fatta notte, mi arrampicai su un albero e sentii la voce di Angelo che chiese alle guardie di risparmiare almeno Lorenzo, che era il più piccolo ed era anche il suo onomastico; parlò inutilmente, il piccolo fu ucciso per primo: ci vuole davvero coraggio a sparare ad un bambino!”   

ALTRI FINALISTI

 SCUOLA CRIVELLI:                  MALATESTA LORENZO, PELOSI CLARICE, SANTARELLI EDOARDO, BONGINI DAMIANO, FONTI ARCANGELO, MOROSI FRANCESCO, PICCOLO LIVIA, MURATORI AGNESE, CERQUETANI VALERIO 

SCUOLA CERVANTES:              GENOVESE FERNANDEZ  INGRID – DI LAURENZI GIULIO

SCUOLA “BELLI”:                     GIONTA FRANCESCO – FERRANTI RICCARDO   

 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

                             

         

            

LUNEDI’ 9 FEBBRAIO 2015 – ORE 11,30

Per non dimenticare gli uomini che hanno costruito le basi del nostro progresso civile 

 

 

La “Società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi”,
l’ “Associazione Nazionale Garibaldina”,
l’Associazione “Garibaldini per l’Italia”,
l’ “Istituto di Studi Internazionali Giuseppe Garibaldi”

 

 

CELEBRERANNO IL 166° DELLA PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849

Roma – Mausoleo – Ossario di Via Garibaldi, 29/e

 

Fotografie di Gianni Blumthaler

 

 

La vittoria momentanea delle forze militari e volontarie della Repubblica Romana suscitò grandi entusiasmi nel Popolo di Roma; si era riusciti a battere sul terreno uno dei più potenti eserciti del mondo. La macchina bellica francese avrebbe schiacciato con le armi, solo un mese dopo, le speranze e le illusioni di quella meravigliosa stagione.

 

 

E’ stata celebrata la ricorrenza del 30 Aprile con la Società di Mutuo Soccorso “Giuseppe Garibaldi”,  l’Istituto Internazionale di studi “Giuseppe Garibaldi”, ente promotore, l’Associazione Nazionale Garibaldina, l’Associazione Nazionale “Cacciatori delle Alpi” e l’Associazione culturale “Gli amici di Righetto”. Ha partecipato alla celebrazione la V classe dell’Istituto comprensivo “Via Crivelli”, accompagnata dal Dirigente scolastico e da due insegnanti ; la Presidente della Commissione scuola, cultura e sport del Municipio XVI, Avv. Cristina Maltese, la Direttrice del Museo della Repubblica Romana Dott.ssa Mara Minasi e varie Associazioni culturali e d’Arma. Alla presenza di Giuseppe Garibaldi, Presidente dell’Ist. Internaz. di Studi “Giuseppe Garibaldi”, della Signora Maria Antonietta Grima Serra, Presidente dell’Associazione Nazionale Garibaldina, dell’Arch. Paolo Macoratti, Presidente dell’Associazione Garibaldini per l’Italia, sono intervenuti il Prof. Giuseppe Monsagrati e il Prof. Franco Tamassia. La cerimonia è stata significativa per la presenza di alcuni discendenti di Goffredo Mameli e di Paolo Narducci, quest’ultimo tra i primi a cadere il 30 Aprile 1849 per la repubblica Romana.

http://www.youtube.com/watch?v=96ePk3QCS5o 

Roma, 30 Aprile 2013 – ore 11,30 - Museo Ossario Garibaldino - Via Garibaldi, 29/e – http://www.facebook.com/photo.php?v=451725671579134 

 

 

 

Roma, Basilica di San Pietro La solenne funzione pasquale  si svolse anche quell’anno nella basilica di San Pietro: C’erano i pochi diplomatici stranieri rimasti a Roma, i triumviri, i ministri, i rappresentanti del Municipio e dei corpi militari e, come sempre accadeva a Pasqua, una grande massa di fedeli. Mancavano, e non era assenza da poco, il papa e i cardinali.

I romani erano venuti in gran numero – scrisse un disincantato osservatore – “parte per lo spettacolo, parte per abitudine, parte per religione”. Quanto a Mazzini, “mi par ancora di vederlo, in marsina nera e in cravatta bianca, con prete Arduini accanto, tutto assorto e pensoso, che mirava l’imponentissimo spettacolo. E quando fu finito si scosse e voltosi a me che pur gli ero accosto, disse: ” Questa religione si regge e si reggerà ancora per molto tempo per la gran bellezza della forma”. Quella di Mazzini voleva essere una scelta di continuità con le tradizioni, e insieme una testimonianza plateale del rispetto del governo repubblicano per la religione e i suoi riti. Ma l’esibizione – che parve a molti repubblicani contraddire i caratteri della laicità dello Stato e di separazione dalla Chiesa ufficialmente ribaditi – fu considerata scandalosa dall’organo dell’opposizione clericale , Il Costituzionale Romano, e irritò gli osservatori legati alla corte papale.

 Uno di loro così descrisse quella messa, giudicandola una sfacciata profanazione:” Vi fu, è vero, un certo consenso di popolo… Ma ov’era il corpo diplomatico? Ove la nobiltà e la borghesia romana, e gli equipaggi sfarzosi, e le livree di gala? Ove insomma quella eletta di tante celebrità della società umana che vi si accoglievano negli anni precedenti?… Non vedevi le mitre episcopali, non i prelati, non i principi assistenti al soglio. Tu vedevi in vece Mazzini, Armellini e Saffi colle sciarpe tricolori, ed i membri dell’assemblea assisi in alcune panche, e li vedevi con tali ceffi torvi, tali fisionomie indevote, che tutto all’infuori di un religioso raccoglimento ispiravano. …E pure non tutti i romani sepper comprendere siffatta abbominazione, e più d’uno sentivi ripeterti la parola d’ordine, scaltramente diffusa tra le masse, che “se era partito il vicario, restato era fra noi il Principale”.

Tratto da “La meravigliosa storia della Repubblica dei Briganti” di Claudio Fracassi

L’attualità della frase profetica di Giuseppe Mazzini è confermata dalla risposta devozionale di credenti (e riverente di non credenti ), che ancora oggi rimangono affascinati da quella “forma” imponente e spettacolare di rappresentazione degli eventi liturgici. Il condizionamento è talmente forte da far apparire “straordinari” atti e parole del nuovo Papa Francesco, come se l’umiltà, la sobrietà, la carità e in generale un atteggiamento compassionevole verso il prossimo,  fossero qualità insolite per un papa e non costituissero, invece,  il parametro minimo per essere considerati eredi e sostenitori del pensiero del Cristo.

Parlare della nostra Costituzione, come ha fatto  Roberto Benigni dal pulpito di Rai Uno, è senz’altro encomiabile, visto che pochi nel Paese si cimentano nell’assolvere questo doveroso compito. Malgrado la consueta carica dell’artista che a nostro parere non è stato all’altezza dei suoi precedenti monologhi in tema civile, dobbiamo constatare l’assenza “ingiustificata” dai suoi commenti di un chiaro riferimento alla Costituzione della Repubblica Romana del 1849 cui, come è noto, si ispirarono i nostri Padri Costituenti.

Soltanto citare questo straordinario legame tra le due costituzioni avrebbe senza dubbio informato la stragrande maggioranza dei telespettatori, sicuramente ignara di questo importante riferimento,  delle vere radici storiche che legano il Risorgimento alla Resistenza; denominata quest’ultima, non casualmente,  “secondo Risorgimento”.

Un’occasione mancata.. . Restiamo comunque sempre affascinati dalla capacità linguistica e d’intrattenimento dell’artista Benigni, da sempre impegnato nella diffusione delle nostre migliori eredità storiche e culturali.

http://www.youtube.com/watch?v=SWkpb1Me72Q

Il 7 Agosto 2012, le ossa di Paolo Narducci, 20 anni, ufficiale artigliere caduto il 30 Aprile 1849 sui bastioni di Santa Marta (lato occidentale dei Giardini Vaticani), primo dei migliaia di caduti per la difesa della Repubblica Romana, sono state tumulate finalmente nel Sacrario Gianicolense che accoglie le spoglie di Mameli e altri 187 caduti per Roma, la maggior parte anonimi. E’ stata lunga la sua permanenza al Verano: 163 anni! Grazie all’interessamento dei discendenti e della Dottoressa Cinzia Dal Maso, oggi questo giovane romano può riposare accanto ai suoi fratelli d’armi e d’ideali.
Come spesso accade, nessuna risonanza, né mediatica, né politica, eccetto la cortese disponibilità della responsabile del Sacrario Gianicolense, Dott.ssa Francesca Bertozzi e del personale di custodia. Eppure la sua giovane vita è stata sacrificata per  quelle idee che hanno fatto grande il nostro Paese e che oggi dobbiamo necessariamente rilanciare con fermezza per rifondare una società che ha perso la bussola delle sue radici più nobili e profonde.
La vita di Paolo Narducci è stata esemplare e assume maggior valore se comparata con quella dei militari che non aderirono, come lui fece senza esitazione, alle forze militari della Repubblica Romana, minacciata da ben quattro eserciti europei. Di questi “rifiuti”, spesso opportunistici, è utile ricordare quello dell’Architetto Andrea Busiri Vici che dalle vicende belliche trasse grandi vantaggi, consistenti in prestigiosi incarichi professionali che Pio IX, riconoscente, gli elargì durante la restaurazione dello Stato della Chiesa (Edicola ai caduti Francesi e Arco dei Quattro Venti, all’interno di Villa Pamphili..).
La strategia dell’ esercito francese prevedeva lo sfondamento di Porta Pertusa, da un lato, e l’ingresso da Porta Angelica dall’altro, per ricongiungersi poi insieme a Piazza San Pietro. La resistenza accanita di Narducci e compagni sul bastione di Santa Marta scombinò l’iniziativa francese, contribuendo a favorire il contrattacco repubblicano, con la vittoria che mise i Francesi in fuga verso Castel di Guido.

La cronaca

All’alba del 30, deposti i sacchi alla Maglianella, Outinod si accostò a Roma. Qual fosse il suo disegno di guerra lo dice un foglio trovato in tasca di un ufficiale francese estinto. Il colonnello Masi trasmise questo foglio al governo. Egli si proponeva di dividere il corpo in due colonne; con una assalire Porta Cavalleggeri, con l’altra Porta Angelica: punto di riunione la piazza di S. Pietro. Secondo alcuni militari di vaglia fu sbagliato, e il disegno di attacco e il moto. I punti del doppio assalto meditato distavano 630 metri l’uno dall’altro entro la città. E in Piazza S. Pietro le riserve romane erano pronte ad accorrere o a porta Angelica o a porta Cavalleggeri; mentre la distanza esteriore tra le forze nemiche superava i 2400 metri, i quali, considerata la tortuosità delle strade, diventavano quasi 4000. Giunti prima dell’alba, i francesi presero la via di porta Cavalleggeri, spingendo i volteggiatori a dritta in luoghi scoscesi e selvosi, e i cacciatori di Vincennes sulle alture a sinistra. Allo spuntar del nemico, Avezzana dalla vedetta sulla cupola fece suonare a stormo tutti i campanili. In un attimo i ripari e i bastioni nereggiarono di popolo il quale aveva ottenuto armi dal ministro della guerra; e quanti non le ottennero si accontentarono di trasportare feriti e morti o di recare provviste da fuoco e da bocca; e le ardite donne di Trastevere incoraggiavano i mariti e i fratelli e mandavano i figli adolescenti al battesimo del fuoco. Giunto il nemico a 150 metri dalle mura, i bravi artiglieri dal bastione di S. Marta diretti dal Calandrelli diedero il primo saluto ai cacciatori, i quali risposero con colpi così ben aggiustati che cadde morto il tenente Paolo Narducci, romano, primo martire della Repubblica, e furono feriti mortalmente Enrico Pallini, aiutante maggiore, e altri artiglieri. Ma trovatisi sotto i fuochi incrociati delle mura e del Vaticano, collocarono una controbatteria a 360 metri, micidialissima. La colonna nemica non poté avanzare, ma fece coi pezzi e colle carabine una strage terribile: caddero in un colpo Della Vedova, morto, il capitano Pifferi, il tenente Belli, il sottotenente Mencarini, il maresciallo Ottaviano, feriti; e finalmente fu smontato un cannone romano. Il popolo portò via i morti e feriti; ed altri prendevano il posto dei caduti senza ombra di timore o di confusione, Mancando gli artiglieri, supplirono i soldati di linea, e caddero il belga Leduell e i caporali De-Stefanis e Lodovich. La prima brigata sotto Moliére ebbe ordine di spingersi alle mura, ma gli artiglieri raddoppiarono gli sforzi, e le colonne di Marulay e Banat dovettero ripiegare a dritta. Irritato, Oudinot fece piantare altri due cannoni: due volte si batté la carica dai francesi; ma essi dovettero desistere e ritirarsi tutti.

 

 

L’associazione Garibaldini per l’Italia ha accolto e onorato  con spirito fraterno i gloriosi  resti del Tenente di artiglieria Paolo Narducci.

Con una cerimonia semplice ma intensa, resa possibile dalla commozione partecipata dei discendenti di Paolo Narducci, di Cinzia Dal Maso e di sua figlia, delle Dottoresse  Bertozzi e Romaniello della Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, del custode Panichelli, dei Soci Garibaldini Monica Simmons e Gianni Blumthaler, dal Vice Presidente Alberto Mori e dal Presidente Paolo Macoratti, si è conclusa una vicenda nata dalla volontà popolare che riscatta con l’impegno della memoria il sacrificio dei propri martiri.

LE IMMAGINI

Verso il Sacrario

Fiori tricolori per Paolo Narducci

 

 

 

 

 

 

Saluto della Dott.ssa Bertozzi

 

Verso la cripta

La tumulazione

Fratello tra i Fratelli

Cinzia Dal Maso (terza da sinistra) insieme ai discendenti

Da destra: Mori, Macoratti, Romaniello, Dal Maso, Bertozzi

Alcuni discendenti del difensore della R.R.

Il Presidente Macoratti ricorda la figura di Paolo Narducci

Il Sacrario dei caduti per Roma

La cassetta con i resti di Paolo Narducci

20 marzo 2012
21:00a23:00
Settimo incontro sulla  Repubblica Romana del 1849. Tema centrale l’arrivo a Roma di Giuseppe Mazzini. E’ un momento storico di altissimo valore per la conquista delle libertà civili e democratiche di ogni popolo, che videro Roma e l’Italia protagoniste di una rivoluzione culturale senza precedenti.
Conferenza a cura dell’Associazione Gruppo Laico di Ricerca

SETTIMA PARTE :

http://www.gruppolaico.it/category/incontri-di-ricerca/

Appuntamentio a Roma, via Caffaro, 10

  • MARTEDI’  20 marzo  2012 – ore 21,00    

PER CONSULTARE I DOCUMENTI SULLA REPUBBLICA ROMANA, VAI  ALLA PAGINA DEI  “LINK A SITI AMICI”

La copia digitale di questo libro pubblicato a Bologna nel 1861, costituisce una preziosa testimonianza; la testimonianza di un uomo che ha cercato con tutte le sue forze la verità, nel Vangelo di Cristo e nell’opera di riscatto dalla schiavitù materiale e spirituale fortemente voluta dai fondatori e difensori della Repubblica Romana del 1849. Ugo Bassi è stato ricordato come “martire” della causa risorgimentale; non troviamo appellativo migliore  di questo per motivare la sua preziosa testimonianta di uomo di fede, qui intesa in senso evangelico e laico allo stesso tempo.

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Domenica 8 Maggio 2011  alle ore 17,00 presso il centro socioculturale di via Caffaro n° 10 a Roma, continuano gli approfondimenti del Gruppo Laico di Ricerca sulla Repubblica Romana del 1849.

Entrare nella storia, conoscere sempre più in profondità quella stagione unica del nostro Risorgimento, è oggi più che mai necessario. E’ necessario  per capire, con più consapevolezza, lo stato di regressione in cui siamo sprofondati in fatto di civiltà e progresso; è necessario per scoprire la nostra incapacità  di ribellarci con il necessario impegno all’ingiustizia sociale, alla corruzione e al degrado culturale e politico della Nazione.

Il tema dell’incontro é:  Come vive una Repubblica

http://www.gruppolaico.it/category/appuntamenti/


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http://www.youtube.com/watch?v=_Gu-08lHHtw

Inno  popolare della Repubblica Romana del 1849

 In corsivo il testo di Goffredo Mameli

Musica di Nicola Piovani

 

Se il Papa è andato via

Buon viaggio e così sia

Non morirem d’affanno

perché fuggì un tiranno

perché si ruppe il canapo

Che ci legava al piè

 

Viva l’Italia e il Popolo

E il Papa che va via

(Se andranno in compagnia

Viva anche gli altri re)

 

Addio, sacra corona

Finì la monarchia

Orch’è sovrano il Popolo

Mai più ritorni un re

 

O Popoli fratelli

Oppressi da mill’anni

Buttate giù i cancelli

Scacciate i re tiranni!

Mai più sui troni siedano

Imperatori o re!

(Al Campidoglio! Il Popolo

dica la gran parola:

daghe i romani vogliono,

non più triregno e stola!)